Opens today the exhibition dedicated to the Austrian artist
Rudolf Polanszky:
Paradox Transformations Project XXI Fondazione Donnaregina for contemporary arts / MADRE museum and ed. 2015, in collaboration with Fondazione Morra Greco, at Fondazione Mondragone (Piazzetta Mondragone 18, Naples).
Showcasing twenty works, made between the 90s and 2015, both on canvas and sculptures, which take form in the act of physical creation, exploring the relationship between abstraction and space of human action. Polanszky interested to space research of the '60s, and witness to the experience of Viennese Actionism in his attitude more gestural and immediate, he develops an intimate language, even deliberately cryptic, giving shape to his gestures and dissociative time, starting from the use of waste materials. The artist's approach is accomplished in an attempt to analyze the fundamentals of creative language: space, light, color, rhythm.
Meaning the creative practice as a genuine expression of cognitive, non-intellectual knowledge generates the art making, which becomes an attempt to get to know the unknown. The sculptures of the artist, in particular, is compose of a series of recurring elements, such as steel, wood, plexiglass, feathers, foam, colors, reflections, insecurity, memory. Joined together, these elements trace the shape of the blank, expressed in an idiosyncrasy toward the gravity. The same tension is found in the artist's paintings, real reliefs that enhance the properties of the materials. Work and artist's intentions evolve, so, along with the conceptual research, focused on the status of the artwork, its definition and its perception. Keeping as horizon the reflection about space, Polanszky manipulates in this way, the matter up to the vacuum, up to prefer processes the forms, ideas to achievements, the view to the touch, the emptiness, the silence, the absence. Each work is itself a metaphor of his own inner life.
Fondazione Mondragone, which houses the exhibition, has a permanent exhibition of dresses, hats, umbrellas walking gloves, dating from the late 800 and half of the '900.
Until February 20, 2016
Inaugura oggi la mostra personale dedicata all’artista austriaco
Rudolf Polanszky:
Paradox Transformations, Progetto XXI della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee/ museo MADRE ed. 2015, in collaborazione con Fondazione Morra Greco, presso Fondazione Mondragone (piazzetta Mondragone 18, Napoli).
In mostra una ventina di opere, realizzate tra gli anni ’90 e il 2015, sia su tela che scultoree, le quali prendono forma nell’atto fisico della creazione, esplorando la relazione tra l’astrazione e lo spazio dell’agire umano. Interessato alla ricerca spaziale degli anni ’60, e testimone dell’esperienza dell’Azionismo Viennese nella sua attitudine più gestuale ed immediata, Polanszky sviluppa un linguaggio intimo, anche consapevolmente criptico, dando ai suoi gesti forma e tempo dissociativi, a partire dall’impiego di materiali di scarto. L’approccio dell’artista si compie nel tentativo di analizzare gli elementi fondamentali del linguaggio creativo: spazio, luce, colore, ritmo.
Intendendo la pratica creativa come genuina espressione cognitiva, il non-sapere intellettuale genera il fare artistico, che diviene un tentativo per conoscere l’incognito. Le sculture dell’artista, in particolare, si compongo di una serie di elementi ricorrenti, come acciaio, legno, plexiglass, piume, schiuma, colori, riflessi, precarietà , memoria. Uniti fra loro, questi elementi tracciano la forma del vuoto, espressa in una idiosincrasia verso la gravità . La stessa tensione si ritrova nelle tele dell’artista, veri e propri bassorilievi che esaltano le proprietà dei materiali. Il lavoro e le intenzioni dell’artista si evolvono, così, insieme con la ricerca concettuale, concentrata sullo statuto dell’opera d’arte, la sua definizione e la sua percezione.
Mantenendo come orizzonte il pensiero sullo spazio, Polanszky manipola in questo modo la materia fino ad arrivare al vuoto, fino a preferire i processi alle forme, le idee alle realizzazioni, la vista al tatto, il vuoto, il silenzio, l’assenza. Ogni opera è a sua volta una metafora della sua stessa interiorità .
La
Fondazione Mondragone che ospita la mostra, vanta una esposizione permanente di abiti, cappelli, ombrelli da passeggio guanti, databili tra la fine dell''800 e la metà del '900.
Fino al 20 Febbraio 2016
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Fondazione Mondragone |
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