Friday, December 30, 2016

STUDIO SULLE ARCHITETTURE MINIME

Ha inaugurato ieri: STUDIO SULLE “ARCHITETTURE MINIME”, progetto di Eugenio Tibaldi a cura di Brunella Velardi,  il quarto appuntamento di Art, do not disturb, ciclo espositivo dedicato all’arte contemporanea, promosso e ospitato dall’Hotel Palazzo Caracciolo - MGallery by Sofitel, che invita giovani artisti e curatori a pensare e realizzare opere site-specific per l’antica residenza aristocratica di via Carbonara a Napoli.
L’intervento di Tibaldi, dislocato tra il chiostro grande e i piani superiori, si pone in continuità con la ricerca che l’artista porta avanti nei lavori degli ultimi anni, rivolta a osservare i diversi meccanismi con cui l’uomo si appropria degli spazi urbani, riallacciando le fila di un’estetica che parte dalla raccolta di segni residuali rispetto alla cultura dominante. Il punto di partenza è  una meticolosa indagine sui giacigli dei senzatetto, classificati in base alle loro caratteristiche strutturali e stilistiche alla stregua di edifici tradizionali e definiti dall’artista stesso “architetture minime”. La convivenza fra la macrostoria del complesso antico e le microstorie innestate da Tibaldi diviene specchio di una coesistenza che è in atto nelle nostre città e non si risolve in un conflitto ma prevede, fin dal principio, una tacita resa. L’architettura minima non ambisce infatti all'eternità ma, come la permanenza in un albergo, dura in media due o tre giorni: installazioni e documentazione fotografica innescano allora una riflessione sulle differenti forme dell’abitare transitorio. Così, attraverso il costante lavorio di dinamiche informali e lontano dal fascino immobile della storicizzazione, è possibile secondo l’artista rintracciare altre possibili declinazioni dell’estetica che scardinano il nostro modo di concepire il conformarsi dello spazio urbano e le dinamiche con cui esso si fa dimora dell’uomo.
 Il ciclo Art, do not disturb è un percorso nel contemporaneo che coinvolge un nucleo iniziale di curatori composto da Luciana Berti, Claudia Borrelli, Mario Francesco Simeone, Brunella Velardi, con il coordinamento scientifico di Angela Tecce, a cui si aggiungeranno ulteriori contributi di giovani critici che collaborano con realtà pubbliche e private attive sul territorio. A conclusione di ciascuna mostra, le opere degli artisti andranno a far parte di una collezione permanente, visitabile negli ambienti di Palazzo Caracciolo. 
 Dal 29 dicembre 2016 al 31 gennaio 2017 
- Eugenio Tibaldi, STUDIO SULLE “ARCHITETTURE MINIME” a cura di Brunella Velardi 
Hotel Palazzo Caracciolo Napoli Via Carbonara, 111/112 – 80139, Napoli 




Thursday, December 29, 2016

BYE BYE 2016

Finally it ends this year sad and full of grief.
F*ck u 2016
David Bowie (January 8, 1947 –  January 10, 2016)
Prince (June 7, 1958 – April 21, 2016)
Dylan Rieder (May 26, 1988 - October 12, 2016)
Leonard Cohen (September 21, 1934 – November 7, 2016)
Franca Sozzani (January 20, 1950 - December 22, 2016)
George Michael (25 June 1963 – 25 December 2016)
Debbie Reynolds and Carrie Fisher
(April 1, 1932 – December 28, 2016) - (October 21, 1956 – December 27, 2016)

Wednesday, December 28, 2016

FASHION PHOTOGRAPHERS: ARTHUR ELGORT

Arthur Elgort was born in New York City in 1940. He studied painting at Hunter College. He realized that he would be too sociable for the solitary existence of a painter and decided to begin taking pictures. Soon after he made his 1971 debut in British Vogue. With one shoot and an iconic picture he created, not only a sensation but also a permanent place for him in the world of fashion photography.
Elgort has a strong predilection for the nuances of grey, that can be found in the portraits.
 The delightful capturer of the supermodel era, the American photographer launched an innovative approach to the medium with his photojournalistic-like snapshots that emphasized movement and the moment just as ballet that had always influenced him. The models that he chose were lively, wore less make-up.  His distinctive feature is immediacy, the way he seized the instant when the subject is moving.  The leitmotiv that connects all his portraits is the immediacy, given by the choice of a non-artificial lighting.  Taking his models outside into the real world, where the looks he was shooting would really be worn and put to the test, became a signature of his personal style.
 Arthur Elgort quickly became one of the best-known and most emulated photographers.
His long career has also given him the chance to work on many major ad campaigns with highly coveted high-end fashion houses and luxury brands.

 Arthur Elgort è nato a New York nel 1940. Ha studiato pittura presso l'Hunter College. Ma dopo aver realizzato che la vita solitaria del pittore non faceva per lui decide di iniziare a scattare foto. Poco dopo fa il suo debutto nel 1971 per British Vogue. Con i suoi scatti  crea, non solo una sensazione, ma si guadagna un posto permanente  nel mondo della fotografia di moda.
 Elgort ha una forte predilezione per le sfumature di grigio, che si possono trovare nei ritratti.
Nella fantastica era delle top model, il fotografo americano  lancia un approccio innovativo con le sue istantanee di stampo fotogiornalistico che  sottolineano il movimento e il momento giusto da catturare come per  il balletto da cui riceve una forte influenza. Le modelle che sceglie sono naturali, indossano poco make-up.  La sua caratteristica distintiva è l'immediatezza, il modo in cui ha colto l'istante in cui il soggetto è in movimento. Il filo conduttore che collega tutti i suoi ritratti è l'immediatezza, data dalla scelta di un'illuminazione non-artificiale. Portando i suoi modelli al di fuori nel mondo reale, dove gli abiti vengono realmente indossati,  diventa così una firma del suo stile personale.
Arthur  Elgort diventa  rapidamente uno dei fotografi più noti e più emulati. La sua lunga carriera gli ha  dato la possibilità di lavorare su molte campagne pubblicitarie importanti con case di moda di fascia alta e marchi di lusso.
Jerry Hall

Gia, Fire Island-New York 1980

Keith Richard and Mick Jagger, New York 1981

Christy Turlington, 1987
Linda Evangelista, 1991
Nadja Auermann- 1993

Kate Moss, 1994
Lily Cole, 2004

Keira Knightley, 2007

Karlie Kloss, Vogue Australia 2012

Tuesday, December 27, 2016

TAKE A PICTURE

From the other side of the lens
Marilyn Monroe
Milla Jovovich

Mick Jegger

Diane Kruger

Drew Barrymore

Emily Blunt

Cara Delevigne and Suki Waterhouse
Related Article:http://www.scostumista.com/2015/04/special-photographers.html

Friday, December 23, 2016

FRANCA SOZZANI

"Today there is not just one style. I think people should buy more mirrors than clothes, to see themselves before going out ... but I think that clothes need to correspond to one's own personality. That is style."- Franca Sozzani  (20/1/50-22/12/16)








Thursday, December 22, 2016

IL PRESEPIO DI JIMMIE DURHAM

In occasione delle festività natalizie entra a far parte della collezione del museo MADRE una nuova opera concepita e realizzata appositamente per il museo campano d'arte contemporanea: Presepio (2016) di Jimmie Durham (Arkansas, 1940) artista, scrittore e attivista politico che negli ultimi anni trascorre frequenti periodi a Napoli.
 Giovedì 22 dicembre (ore 18:00, sala Clemente, secondo piano) l'opera sarà presentata al pubblico in presenza dall'artista, introdotto dal presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee Pierpaolo Forte e dal direttore del museo MADRE Andrea Viliani.
 Avvalendosi di una pluralità di linguaggi, come il disegno, la scrittura, il video, la performance e principalmente la scultura, Durham decostruisce i concetti cardine della cultura occidentale per smantellare stereotipi e costrutti imposti dalle culture dominanti, e lasciare all'essenza dei componenti delle sue opere – materiali eclettici sapientemente combinati tra loro – la possibilità di innescare una riflessione sugli statuti stessi dell’arte e della realtà.
 La presentazione del nuovo presepe di Durham creato appositamente per il MADRE continua una recente tradizione del museo, che nel 2015 presentò, in occasione delle festività natalizie, i presepi dell’artista Giosetta Fioroni.
 Il Presepio di Jimmie Durham rispetta la caratteristica configurazione del Presepe Napoletano, in cui la nascita del bambino Gesù è ambientata nello scenario della città contemporanea e l’area del praesaepe è attorniata da numerose figure popolari, la cui caratterizzazione estetico-formale ha assunto, nel tempo, una grande pregnanza simbolica. Personaggi imprescindibili come il salvifico pescatore, il dormiente Benino, l’angelo messianico vengono collocati in uno scenario che, come spesso nel lavoro dell’artista, riproduce la vitalità del soggetto rappresentato attraverso le suggestioni conferite dalla preziosità cromatica, tattile e olfattiva propria dei materiali scultorei utilizzati. In quest’opera Durham riesce a rievocare la storia di una fra le più antiche tradizioni artigianali campane e a rendervi omaggio, dando vita ai suoi protagonisti e al paesaggio con le stesse materie, il marmo e il legno policromo, usato dai primi scultori che raffigurano la natività. Al contempo Durham condensa in Presepio il suo stesso percorso artistico dominato dall’uso di questi stessi elementi, la pietra e il legno, seguendo il principio secondo cui la forza di una scultura risiede nella derivazione diretta dalle potenzialità della materia utilizzata per realizzarla: in questo caso pietra e legno.









Wednesday, December 21, 2016

NEW DESIGNERS: SADIE WILLIAMS

After graduating from the central Saint Martins MA Fashion course in 2013, Sadie Williams went on to become a Selfridges "Bright Young Thing" and was included in the "Designs of the Year Exhibition 2014" at London's Design Museum. In January 2016 she also featured in the Fprbes "30 Under 30" European list for The Arts.
She has worked with J W Anderson, Marc by Marc Jacobs, Katie Hillier and fashion stylists. November 2014 saw the launch of her co-lab capsule collection designed for Swedish high-street label &Other Stories, sold internationally in-store and online.
"I create playful and modern textile-driven fashion. My brand is youthful, sporty and feminine, and metallic elements are one of my signatures. For instance, I frequently use lurex".
For FW 2016/17 shye was inspired by old- school skiing imagery and clothes, in particular the graphic print arrangements and fabrics.

Fall/Winter 2016-17

Spring/summer 2017

Collection for &Other stories F/W2014

Selfridges "Bright Young Thing"

Tuesday, December 20, 2016

DESIGNERS FOR POP BRANDS

Capsule Collections ethnic-inspired designed by two designers for two different brands available to everyone.
For Benetton the Creole-born designer, Stella Jean, designs a collection that reflects her multicultural style that goes well with the brand from Treviso that has made of melting pot  its main advertising campaign. The Jean reworks the concept of knitwear with a knitwear collection made of colorful folk ethno decorations for coats, sweaters, dresses and skirts.
While Humberto Leon and Carol Lim (the Opening Ceremony duo) that are also creative directors of Kenzo from 2012, they design the H&M capsule collection. Animal colorful and folk touches, with the iconic tiger print, coats, sweaters, suits, jackets, accessories and eco-furs, but also high-necked sweaters, high-waisted leggings, jeans, boots, shoulder bags and hats, paired with jackets oversized leather with pink lining and shearling parka printed with detachable neck.

 Capsule Collections d'ispirazione etnica progettata da due designer per 2 differenti brands alla portata di tutti.
 Per Benetton la stilista di origine creola,  Stella Jean, disegna una collezione che rispecchia il suo stile multiculturale che ben si sposa con il marchio trevigiano che del melting pot ha fatto il suo principale messaggio pubblicitario. La Jean rielabora il concetto di maglieria con una collezione knitwear coloratissima fatta di decorazioni etno folk per cappotti, pullover, abiti e gonne.
Mentre ad Humberto Leon e Carol Lim (il duo di Opening Ceremony) che dal 2012 sono anche direttori creativi di Kenzo, è stata affidata la capsule collection di H&M.
Animalier coloratissimo e tocchi folk, con l'iconica stampa tigre, cappotti, felpe, abiti, giacche, accessori ed ecopelliccie, ma anche maglie a collo alto, leggings a vita alta, jeans, stivali, borse a tracolla e cappellini, abbinati a giacche di pelle oversize con fodera rosa in shearling e parka con collo staccabile stampato.

 STELLA JEAN FOR BENETTON






KENZO FOR H&M