The exhibition, which will remain open to the public from 25 november to 5 March 2017, is organised by Intesa Sanpaolo, curated by Bożena Anna Kowalczyk. Comprising 100 works, including paintings (overall 72, counting 10 by Canaletto and 62 by Bellotto), 14 drawings (2 by Canaletto and 12 by Bellotto) and 14 etchings (2 by Canaletto, 9 by Bellotto and 3 by Fabio Berardi), the exhibition track is studied to illustrate one of the most fascinating episodes of European painting, Venetian Vedutismo (landscape painting), through the works of two artists who, bound by family ties, expertly transformed this particular genre into the avant-garde current that was so typical of the 1700s. Bellotto and Canaletto, painters whose talent far surpasses that of the landscape artists who anticipated them, achieve the highest standards of this artistic genre.
They were once acknowledged as the precursors of photography, but this exhibition, instead, underscores their affinity to the art of cinema, considering the combined use of manual sketches and preparatory drawings produced using the dark room, thus anticipating the creation of the photogram. Many are the differences between the two artists who dialogue today along an exhibition track structured in ten sections laid out thematically rather than chronologically to highlight the core interests of Bellotto, compared to those of Canaletto. While the latter met with success on the European scene by exploiting particular procedures of composition resulting from the rationalism of Enlightenment and from modern research on optics (the exhibition also includes the “optical chamber” he perfected and used for his creations), Bellotto understood his technical secrets and then developed his own original contribution according to his personal interpretation. Indeed, the nephew distinguishes himself from his uncle in many aspects: he initially followed him, and then found his personal vision of reality. Despite remaining within Canaletto’s schemas of composition, he changes the light and the technique with a more impressive effect. His shadows are deeper, he enhances the silver hue of light, and pays more attention to details and daily life.
The artistic journey commenced in Venice and reached Rome, Florence, Verona, Turin, Milan, where Bellotto applied Canaletto’s teachings to his views and landscapes that feature magnificent modern traits. He then moved on to Europe, with portraits of London, Dresda, Warsaw or Wilanòw, reaching both fantastic and imaginary locations that he depicted in his memorable Capricci
A Milano è in corso una grande mostra su Bellotto e Canaletto nella sede museale di Piazza Scala.
Lo stupore e la luce, il primo progetto espositivo che Milano dedica ai due artisti di spicco del Settecento europeo: Antonio Canal, detto “il Canaletto” (Venezia 1697-1768) e suo nipote Bernardo Bellotto (Venezia 1722-Varsavia 1780).
La mostra, aperta al pubblico dal 25 novembre al 5 marzo 2017, è organizzata da Intesa Sanpaolo con la curatela di Bożena Anna Kowalczy.
Con 100 opere, tra dipinti (72 in tutto, di cui 10 di Canaletto e 62 di Bellotto), 14 disegni (2 di Canaletto e 12 Bellotto) e 14 incisioni (2 di Canaletto, 9 di Bellotto e 3 di Fabio Berardi), il percorso espositivo intende illustrare uno dei più affascinanti episodi della pittura europea, il vedutismo veneziano, attraverso l’opera dei due artisti che, legati da vincolo di parentela, seppero trasformare questo genere nella corrente d’avanguardia che tanto caratterizzò il Settecento. Se in passato Canaletto e Bellotto sono stati riconosciuti come i precursori della fotografia, questa mostra invece evidenzia la loro affinità con la cinematografia: l’uso combinato di schizzi a mano e disegni preparatori, tracciati utilizzando la camera oscura, anticipano lo sviluppo del fotogramma.
Molte le differenze fra i due artisti, che oggi dialogano in un percorso di mostra articolato in dieci sezioni e caratterizzato da un’impostazione non cronologica bensì tematica con l’obiettivo di mettere in rilievo gli interessi più importanti di Bellotto a confronto con quelli di Canaletto. Mentre quest’ultimo si impose sul teatro europeo grazie ai particolari procedimenti compositivi risultato del razionalismo di matrice illuminista e delle più moderne ricerche sull’ottica (è in mostra anche la “camera ottica” che egli mise a punto e utilizzò per le sue creazioni), Bellotto ne comprese i segreti della tecnica per poi sviluppare secondo una personale chiave interpretativa il proprio originale contributo. Il nipote si distingue infatti dallo zio per molti aspetti: agli inizi lo segue per poi trovare un suo modo di vedere la realtà. Pur mantenendosi negli schemi compositivi canalettiani, modifica la luce, cambia tecnica, risultando così più incisivo: vede le ombre più profonde, la luce più argentata, dedica maggior attenzione al particolare e al quotidiano.
Il viaggio artistico parte da Venezia per toccare Roma, Firenze, Verona, Torino, Milano – dove Bellotto mette a frutto l’insegnamento di Canaletto nelle sue vedute e paesaggi di stupefacente modernità – e prosegue quindi alla volta dell’Europa, con i ritratti di Londra, Dresda, Varsavia o Wilanòw, fino a raggiungere luoghi fantastici e immaginari, immortalati nei memorabili “capricci”.
Bernardo Bellotto Piazza San Marco Venezia, 1742 |
Bernardo Bellotto Dresda dalla riva sinistra dell'Elba, a valle dei bastioni , 1748 Dresden from the Left Bank of the Elbe, below the Fortifications, 1748 |
Bernardo Bellotto Pirna dal villaggio dei pescatori, 1753-1754 Pirna from the Boatmen’s Village, 1753-1754 |
Bernardo Bellotto Pirna dalla Fortezza di Sonnenstein , 1754-1756 Pirna from the Sonnenstein Fortress, 1754-1756 |
Canaletto Il Canal Grande con il Ponte di Rialto da sud, Venezia, 1740 The Grand Canal with the Rialto Bridge from the South, Venice, 1740 |
Canaletto La Piazza San Marco verso ovest, Venezia, 1753 Piazza San Marco Looking West, Venice, 1753 |
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