Die Seidenstrasse, "La Via della Seta", il termine entrato nell'immaginario collettivo è stato coniato nel 1877 dal geografo tedesco Ferdinand von Richthofen, per evidenziare i legami tra l'Estremo Oriente, in particolare la Cina, l'Asia Centrale e il mondo occidentale.
La presenza di tanti stranieri, portatori non solo di mercanzie e oggetti rari, ma anche di forme di pensiero, credi religiosi, conoscenze tecniche, usanze e stili di vita diversi ebbe un profondo impatto sulla società cinese contribuendo a renderla più dinamica e cosmopolita.
L’Oriente e l’Occidente sono entrati in contatto e si sono arricchiti rispettivamente attraverso lo scambio di merci, tecniche e informazioni di ogni genere. Aveva luogo uno scambio continuo di beni e di conoscenze, venivano messe a confronto usanze, pratiche, idee e fedi religiose in un mondo che ai nostri occhi appare assai più tollerante e aperto di quello in cui viviamo oggi.
Oggi l'attenzione rivolta alle rotte commerciali che attraversano il gigantesco continente euroasiatico è aumentata da quando il Presidente cinese Xi Jinping ha illustrato il progetto avanzato dalla Repubblica Popolare Cinese di aprire una "Nuova Via della Seta" che collegherà l'antica città di Xi'an con Rotterdam e, attraverso molte diramazioni, con altre grandi città europee tra cui ovviamente Venezia.
Così è nata l'idea di realizzare questa mostra dal titolo “Dall’antica alla nuova Via della Seta”. L’esposizione è ricca di 80 capolavori antichi provenienti da importanti istituzioni archivistiche, bibliotecarie e museali europee e italiane. Gli oggetti presenti nella mostra testimoniano la varietà e la ricchezza degli scambi, l’abilità dei maestri artigiani nei vari ambiti della produzione delle sete, delle ceramiche, delle pietre e dei metalli preziosi.
Dalla fine del Duecento i preziosi tessuti tartarici attraversarono l'intero continente eurasiatico e giunsero in Europa grazie a quella feconda stagione di scambi commerciali, artistici e culturali meglio nota come Pax Mongolica. In questi tessuti si fondono le secolari tradizioni tessili asiatiche. Artigiani cinesi, islamici e dell’Asia centrale lavorarono fianco a fianco, scambiandosi conoscenze tecnologiche, condividendo repertori figurativi e facendo un vasto impiego di filati metallici per realizzare vere e proprie vesti ad oro secondo la predilezione mongola per i materiali preziosi, intesi come simbolo di potere e regalità. Minuscoli e fittissimi motivi vegetali aurei (fiori di loto, bacche, crisantemi) si intrecciano elegantemente e senza soluzione di continuità sull’intera superficie dei tessuti, in un gioco di vibrante luminismo che incantò e conquistò tanto i sovrani asiatici quanto le corti europee che, a loro volta, elessero i panni tartarici a vero e proprio status symbol.
"Lungo le Vie della Seta l’uomo si apre per accogliere l'altro e per conoscere se stesso; a volte i sentieri terrestri si intersecano con quelli spirituali: croci, stele, stupa che costellano la strada richiamano anche realtà superiori. La Via della Seta invita a un viaggio lungo strade terrene e spirituali, spingendo sia all'apertura all'altro sia alla propria elevazione."-(David Gosset, Fondatore del Forum Europa-Cina e delle Nuove iniziative sulla Via della Seta).
Dalmatica di BenedettoXI Confezione italiana, fine XIII – inizi XIV secolo con successive manipolazioni Perugia, Chiesa di San Domenico |
Piatto con girotondo di pesci Iran, fine XIII – inizio XIV secolo Ceramica silicea con decorazione a stampo dipinta e dorata, sotto invetriatura opaca colorata Parigi, Musée du Louvre |
Buddha Stante India, Uttar Pradesh, area di Mathura, periodo Gupta (IV-VI secolo) Arenaria rossa maculata scolpita Torino, MAO Museo d’Arte Orientale |
Guardiano di tomba (zhenmushou) Cina, VIII secolo, Dinastia Tang (618-907) Terracotta invetriata “a tre colori” (sancai) Parigi, Musée Cernuschi |
Album di acquarelli su carta Cina, XVIII secolo, Dinastia Qing (1644-1911) Acquarello su carta Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale |
Monaco seduto in una nicchia Cina, Dinastia Tang (618-907) – Cinque Dinastie (907-979) Terracotta policroma Parigi, Musée Guimet |
Capriccio d’acqua Giada Artista: QIU Qijing |
Rilievo funerario Palmira, Siria, inizio del III secolo Calcare dorato e dipinto Roma, Museo delle Civiltà / Museo d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci” |
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