Primo giorno della Milan Fashion Week, sfilano le collezioni autunno-inverno 2017/18, dopo New York e Londra, che non mi hanno entusiasmato più di tanto, ripongo le mie speranze nella nostra Milano. La partenza resta tiepida. Non mi appassionano le asimmetrie di
Grinko e ancor meno il velluto patchwork di
Angelo Marani. Meglio le uscite di
Wunderkind anche se la sfilata manca di un'identità forte. Di
Cristiano Burani apprezzo i capi beige carne e i laminati, non mi piacciono le maglie colorate. Attendo con fiducia la sfilata di
Gucci, approvo sempre l'impronta teatrale di Alessandro Michele, il pregio della sua firma è l'aver creato per Gucci un'identità inconfondibile, ma questa collezione sembra un po' la caricatura delle precedenti, resta comunque fino ad ora la più interessante da vedere per la ricchezza di idee e di spunti, come gli accademeci glitterati, le calze con ricami, le scarpe decorate. Mentre la collezione di
Alberta Ferretti segue la sua scia romantica con abiti botticelliani, intervallati da outfit più grintosi a righe bianche e nere dal sapore marinaro, Aquilano e Rimondi concepiscono per
Fay una collezione energica accostando ai classici capispalla, minigonne e top in pelle con applicazioni gioiello. Il sexy/barocco di Fausto Puglisi "is not my cup of tea".
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Gucci |
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Alberta Ferretti |
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Fay |
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Fausto Puglisi |
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Cristiano Burani |
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Wunderkind |
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Angelo Marani |
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Grinko |
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