scostumista: PFW -MARCH 4

Millenial/punk, così definirei la collezione di Junya Watanabe, in cui il tartan, le calze a rete i capelli colorati e gli anfibi vengono ricalcolati secondo un’estetica che guarda avanti, rimescolando gli elementi iconici di quello che fu il look dei giovani inglesi nati alla fine degli anni ’70. La forma del corpo si allunga come quadri di Modigliani, le modelle che sfilano per Haider Ackermann, hanno una silhouette affusolata, accentuata da pantaloni aderenti, dolcevita attillati e giacche avvitate. Velluto cangiante per i pantaloni, gli abiti e anche per i cuissardes nella collezione di Veronique Leroy. Sembrano ispirati al glam di David Bowie anni '70 gli abiti della collezione di Mugler, ci sono le spalle a punta e un fulmine luccicante contorna i bordi di scollature e spacchi. Gli abiti della collezione di Acne Studios progettata da Jonny Johansson sembrano non finiti, le lunghe tuniche in pelle o in seta cadono morbide fino ai piedi. Non tutti gli abiti di questa collezione di Elie Saab sono degni di nota, catturano l'attenzione le sfumature sullo chiffon e i ricami colorati. I tailleur, le tuniche, le maglie patchwork e le giacche settecentesche di Vivienne Westwood possono essere indossate indifferentemente da lui e da lei in questa collezione genderless. Rei Kawakubo impacchetta le donne di Comme des Garçons con tessuti che sembrano alluminio, cartone e vetro, le donne hanno braccia e mani imballate e il corpo oppresso nelle sculture dell'artista/designer giapponese. Urban/cowgirl dove le frange sono lunghe e di seta, i corpini in pizzo chantilly, e i pantaloni sotto al ginocchio, Nina Ricci trasporta le ragazze nel poco selvaggio, (ma molto chic) west. Chiude il quinto giorno della Paris Fashion Week la sfilata di Sonia Rykiel, il patchwork domina anche la sua collezione che si accosta alle iconiche maglie colorate ma anche su sobri cappotti cammello.