“Prove Tecniche di Trasmissione” (lit. broadcasting tests) was an experimental programme which, in the early Seventies, showed images designed to test the chromatic effects of the new colour TV. Today, it is also the title of the 14th edition of A.I. Artisanal Intelligence, which, for the first time, promotes not only the work of young fashion designers and artisans, but also of costume designers who studied in Rome.
The exhibition challenges a commonly accepted idea of chronology and definition of what is finished as beautiful: tests are no longer a passage, but a state of perfection, because they are still linked to studying, experimenting and the infinite. It is also the space where fashion and costume blend in a typically Roman creative dynamic.
Everything will be designed as a fluid place, where tests represent a temporary, non-definitive decision, where the programme is the ideal screen in which a project to be shown to others is checked.
The work of artist Isabella Ducrot opens the exhibition, which focuses on the various stages of preparation, from the artist studying the dress to the designer working on it on the worktable.
Fashion becomes the tool that celebrates the importance of time, execution and practice with the work of seven Italian brands and three foreign ones, which were selected for their capacity to combine vision with the concrete ability of execution. For the accessories, three very different examples of craftsmanship and design have been selected: Wali Mohammed Barrech, Trakatan and Roberto Scarantino. Experimentations and reinvention of the sartorial approach are instead visible in the works of Marie Louise Vogt, Bav Tailor, Fase Factory, Alisée Yin Chen, Apnoea, Giuseppe Buccinnà and Asciari.
Rome is the theatre-city par excellence, but it is also the place where fashion and costume follow the same creative dynamics: invention, fused with the artisanal dimension, is the same for both fashion and costume houses, which have always collaborated.
"Prove Tecniche di Trasmissione" è stato un programma sperimentale che nei primi anni Settanta ha mostrato immagini progettate per testare gli effetti cromatici della nuova TV a colori. Oggi è anche il titolo della 14a edizione di A.I. L'Intelligenza Artigianale, che per la prima volta promuove non solo l'opera di giovani stilisti e artigiani, ma anche di fashion designer che hanno studiato a Roma.
La mostra sfida un'idea comunemente accettata di cronologia e definizione di ciò che è definito come bello: i test non sono più un passaggio, ma uno stato di perfezione, perché sono ancora legati allo studio, alla sperimentazione e all'infinito. È anche lo spazio dove la moda e il costume si fondono in una dinamica creativa tipicamente romana.
Tutto sarà progettato come un luogo fluido, dove i test rappresentano una decisione temporanea e non definitiva, dove il programma è lo schermo ideale in cui viene controllato un progetto da mostrare ad altri.
L'opera dell'artista Isabella Ducrot apre la mostra, e si concentra sulle varie fasi di preparazione, dall'artista che studia l'abito al progettista che lavora su di esso sul tavolo da lavoro.
La moda diventa lo strumento che celebra l'importanza del tempo, dell'esecuzione e della pratica con l'opera di sette marchi italiani e tre stranieri, selezionati per la loro capacità di combinare la visione con la concreta capacità di esecuzione. Per gli accessori sono stati selezionati tre esempi molto diversi di arte e design: Wali Mohammed Barrech, Trakatan e Roberto Scarantino. Le esperienze e la reinvenzione dell'approccio sartoriale sono invece visibili nelle opere di Marie Louise Vogt, Bav Tailor, Fase Factory, Alisée Yin Chen, Apnea, Giuseppe Buccinnà e Asciari.
Roma è la città teatrale per eccellenza, ma è anche il luogo dove la moda e il costume seguono le stesse dinamiche creative: l'invenzione, fondata sulla dimensione artigianale, è la stessa per le case di moda e costume che hanno sempre collaborato.
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Accademia Costume e Moda |
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Alysée Yinchen |
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Accademia Costume e Moda |
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Bav Tailor |
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Roberto Scarantino |
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Asciari |
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Apnoea |
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Apnoea |
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Apnoea |
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Fase Factory |
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Giuseppe Buccinà |
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Wali Mohammed Barrech |
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