6.500 salvagenti di plastica di ogni forma e colore invadono completamente la superficie di 3.500 metri quadrati della Piazza Grande di Locarno. Si tratta di Apolide, imponente installazione dell’artista ticinese Oppy De Bernardo realizzata con il patrocinio della Città di Locarno nella notte dal 30 al 31 marzo.
L'artista prova a mettere in scena in modo astratto e teatrale quella che forse è una delle più grandi emergenze di questo tempo: la migrazione globale. Un gesto empatico che porta divertimento e forse anche euforia e che ha il pregio di aprire un discorso sull’apolidia a partire da un punto di vista atipico e privilegiato, quello dell’arte.
Quella dell’apolide è una condizione che può avere più connotazioni, a seconda del contesto di riferimento: dall’idea di "cittadino del mondo" nell’antica Roma, alla scelta cosciente di autonomia nei confronti dei poteri precostituiti per Erasmo da Rotterdam, fino alla condizione di molti migranti, “sans papiers”, appartenenti a popoli non riconosciuti dagli Stati che occupano i territori in cui vivono, e per questo privati di ogni diritto, compreso quello fondamentale di vedere riconosciuta la propria esistenza. Spesso liquidati con l’eufemistico termine displaced people. La Piazza Grande di Locarno si trasforma in una grande isola "utopica" dove salvarci da noi stessi, dove non ci sono più confini, etnie, razze, colori e distinzioni. Un’Isola che non c’è, surreale e felice.
Apolide sarà visibile al pubblico dal 31 marzo al 15 aprile.
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