Friday, March 29, 2019

ESCADA HEART BAG BY RITA ORA A ROMA

Roma-Vienna-New York: ieri gli store Escada hanno festeggiato il lancio della nuova Limited Edition Escada Heart Bag by Rita Ora. Un esclusivo cocktail party per presentare la già iconica borsa con la clip a cuore in tutte le sue versioni super colorate.
Il marchio tedesco rinnova la sua immagine sotto la guida del nuovo global design director Niall Sloan.
E Sloan sceglie Rita Ora come suo nuovo ambassador. La cantante apparirà nella campagna primaverile del brand insieme alla Heart Bag, che ha personalizzato nella tonalità rosso vivo, la sua preferita e indossa look ispirati agli anni Ottanta, tra cui abiti dalle spalle forti e brillanti e un trench con monogramma tinta arcobaleno. Anche la borsa Heart sarà protagonista della campagna, e 15 euro dalla vendita di ogni bag saranno donati a Women for Women, un'organizzazione di beneficenza che sostiene le donne situate in zone problematiche come il Kosovo, dove Rita Ora è nata.
"È una vera donna Escada", ha detto Sloan riferendosi a Ora. "La nostra fondatrice ha vestito donne forti, le ha armate con un armadio per rompere i soffitti di vetro negli anni Settanta, Ottanta e Novanta e Rita incarna lo spirito di quelle donne".



























Thursday, March 28, 2019

EMILIO TADINI 1967-1972 - FONDAZIONE MARCONI MILANO

Milano- Fondazione Marconi presenta Emilio Tadini 1967-1972, la terza mostra dedicata all’artista e intellettuale milanese Emilio Tadini. Dopo Emilio Tadini 1960-1985. L’occhio della pittura del 2007 e Emilio Tadini 1985-1997.
 I profughi, i filosofi, la città, la notte del 2012, questo nuovo progetto espositivo pone l’attenzione sugli esordi della produzione artistica di Tadini, dal 1967 al 1972, ovvero dal primo ciclo Vita di Voltaire, che segna la nascita del suo linguaggio pittorico, fino ad Archeologia.
 Considerato uno tra i personaggi più originali del dibattito culturale del secondo dopoguerra italiano, fin dagli anni Sessanta Emilio Tadini sviluppa la propria pittura per grandi cicli, popolati da un clima surreale in cui confluiscono elementi letterari, onirici, personaggi e oggetti quotidiani, spesso frammentari, dove le leggi di spazio e tempo e quelle della gravità sono totalmente annullate. Le opere di Tadini nascono da un clima emotivo, da un flusso mentale “in qualche zona semibuia della coscienza” dove le immagini emergono in un procedimento freudiano di relazioni e associazioni e dove le situazioni “reali” che il pittore raffigura sono immerse nell' atmosfera allucinata del sogno, in un clima surrealista-metafisico. Questo processo automatico si sviluppa, più che sulla prima immagine del quadro, sulla serie: da un’immagine ne scaturiscono altre, modificandola e alterandola. Ogni volta l’artista produce un racconto, tanto che la sua pittura cresce a cicli, come una serie di romanzi a puntate. La lettura delle sue opere richiede strumenti di natura concettuale, le immagini apparentemente semplici e immediate, nascondono molteplici significati (“tutto accade davanti ai nostri occhi… il pensiero si ripara… dietro lo sguardo”), non mancano i riferimenti al Surrealismo e alla Metafisica di de Chirico, come anche alla psicanalisi di Lacan e Freud. Punto di partenza è la pop art, ma non sono tuttavia le aggressive manifestazioni tipiche del pop americano a interessarlo, bensì le varianti più introspettive e personali, a volte intellettuali, politiche e critiche, del pop britannico. Un occhio particolare è rivolto all’arte di Kitaj, Blake, Hockney e Allen Jones ma anche a Francis Bacon e Patrick Caufield, alla Figuration narrative di Adami, Arroyo e Télémaque. Sarà questa una fase di passaggio che l’artista abbandonerà negli anni Ottanta, destinata comunque a lasciare un segno indelebile nei suoi lavori successivi.
Dal 28 Marzo al 28 Giugno 2019

Fondazione Marconi is presenting Emilio Tadini 1967-1972, its third exhibition dedicated to the Milanese artist and intellectual. This new show follows Emilio Tadini 1960-1985. The Eye of Painting in 2007, and Emilio Tadini 1985-1997.
 Refugees, Philosophers, the City, the Night in 2012, and will focus on the early years of Tadini’s career from 1967 to 1972, namely from his first cycle The Life of Voltaire up until Archeology. Emilio Tadini is considered one of the most original personalities of Italy’s post-World War II cultural debate. From the early 1960s he began to evolve an original painting style which he applied to major cycles of surrealist works, populated by a confluence of literary, dreamlike elements and everyday characters and objects, often fragmentary, in which the laws of space, time and gravity are totally suspended. Tadini’s work stems from an emotional state, from a mental flow “in some semi-dark area of consciousness”, from which images emerge in a Freudian process of relationships and associations, and where the “real” situations he depicts are immersed in an hallucinatory, dreamlike atmosphere presented in a surrealist-metaphysical form. This automatic process develops not only in the first image of each painting but over the entire series: from one image emerge others that modify and alter it. Each of Tadini’s works tells a story, so that his painting develops in cycles, like a series of serialised novels. Interpreting his works requires conceptual tools: apparently simple, straightforward images hide a multiplicity of meanings (“everything happens before our eyes... thought takes refuge ... behind the eyes”), there are references to Surrealism and de Chirico’s Metaphysics, as well as to Lacan and Freud’s psychoanalysis. His point of departure was Pop Art, but Tadini was not interested in the aggressive manifestations typical of American Pop Art but in the more introspective, personal, and at times intellectual, political and critical variants of British Pop Art. He paid particular attention to the art of Kitaj, Blake, Hockney and Allen Jones, but also to that of Francis Bacon, Patrick Caufield, and the figurative narratives of Adami, Arroyo and Télémaque. This was a transitional phase, however, which Tadini abandoned in the 1980s, but nevertheless it was to leave an indelible mark on his subsequent work.
From 28th March to 28th June 2019

Emilio Tadini
Color & Co. n. 5, 1969
Acrilici su tela

Emilio Tadini
Archeologia con de Chirico, 1972
Acrilici su tela

Emilio Tadini
Copertina per un settimanale, 1968
Matita e acrilici su carta
Emilio Tadini ritratto nel cortile dello Studio Marconi in occasione della mostra “Viaggio in Italia”, ottobre 1971
photo Enrico Cattaneo


Wednesday, March 27, 2019

ORO ROSSO - JAN FABRE TORNA A NAPOLI

Jan Fabre torna a Napoli con un nuovo progetto che coinvolge quattro luoghi di grande prestigio: il Museo e Real Bosco di Capodimonte, la chiesa del Pio Monte della Misericordia, il Museo Madre e la galleria Studio Trisorio.
Al Museo e Real Bosco di Capodimonte, l’artista esporrà un gruppo di lavori in dialogo con una selezione speciale di opere d’arte provenienti dalla collezione permanente del museo e da altre istituzioni museali napoletane . La mostra, dal titolo Oro Rosso. Sculture d’oro e corallo, disegni di sangue, curata da Stefano Causa insieme a Blandine Gwizdala, inaugurerà il 30 marzo e vedrà sculture in oro e disegni di sangue creati dall’artista dagli anni Settanta ad oggi, oltre a una serie inedita e sorprendente di sculture in corallo rosso, realizzata appositamente per Capodimonte. In mostra, le sculture dorate di Jan Fabre danno corpo prezioso alle idee dell’artista sulla creazione, sull’arte e sul suo rapporto con i grandi maestri del passato. Nei disegni di sangue si ritrovano invece le più profonde motivazioni dell’artista, le sue sperimentazioni, il suo manifesto poetico, fisico, intimo.
 Sempre dal 30 marzo, a cura di Melania Rossi, la scultura di Jan Fabre The man who bears the cross (L’uomo che sorregge la croce) (2015), sarà visibile nella chiesa del Pio Monte della Misericordia, in dialogo diretto con il capolavoro di Caravaggio Sette opere di Misericordia. La scultura, realizzata completamente in cera, è un autoritratto dell’artista, basato sui tratti somatici dello zio Jaak Fabre, che tiene in bilico una croce di oltre due metri sul palmo della mano. Nel rituale auto-rappresentativo l’artista esce da sé stesso e diviene qualunque uomo, lo specchio di ognuno di noi.
Dal 30 marzo, inoltre, il Museo Madre, a cura di Andrea Viliani, Melania Rossi e Laura Trisorio, ospiterà in anteprima l'iconica scultura L’uomo che misura le nuvole (2018), in un’inedita versione in marmo di Carrara allestita nel Cortile d'onore del museo regionale d'arte contemporanea. Dopo la presentazione nel 2008 e nel 2017 della versione in bronzo della stessa scultura in Piazza del Plebiscito e sul terrazzo del museo, Jan Fabre torna a celebrare al Madre la capacità di immaginare, sognare e conoscere, elevandosi oltre il nostro destino di esseri umani. L’uomo che misura le nuvole si ispira dall’affermazione che l’ornitologo Robert Stroud pronunciò nel momento della liberazione dalla prigione di Alcatraz, quando dichiarò che si sarebbe d’ora in poi dedicato appunto a “misurare le nuvole”.
 Presso la storica galleria Studio Trisorio, sarà esposta una selezione di opere di Jan Fabre realizzate completamente con di gusci di scarabei iridescenti. La mostra, dal titolo Tribute to Hieronymus Bosch in Congo (Omaggio a Hieronymus Bosch in Congo), a cura di Melania Rossi e Laura Trisorio, inaugurerà il 29 marzo e vedrà dei grandi pannelli e delle sculture a mosaico di scarabei ispirati alla triste e violenta storia della colonizzazione del Congo belga. In queste opere, l’ispirazione storica si unisce alla simbologia medioevale tratta da uno dei più grandi maestri fiamminghi, uno dei maestri putativi di Jan Fabre, Hieronymus Bosch, e in particolare dal suo capolavoro Il Giardino delle Delizie (1480-1490). L’artista ci porta in una zona indefinita, tra il Paradiso e il Congo Belga, in un'illusione di libertà, in un luogo lontano, sia mitico che concreto, attraverso una polisemia di immagini dell’esistenza umana.

The Devilish Love for Death
 FABRE OROROSSO Capodimonte

The Red Gold Passion
FABRE OROROSSO Capodimonte

TELLING THE PASSION OF ART AND CHRIST

Golden human brain with angel wings
 FABRE OROROSSO Capodimonte

The Man who Bears the Cross
FABRE  Pio Monte

The civilizing country of Belgium
 FABRE  Trisorio


Tuesday, March 26, 2019

LYGIA PAPE - FONDAZIONE CARRIERO MILANO

Fifteen years after the death of  Lygia Pape (Rio de Janeiro, 1927-2004), Fondazione Carriero sets out to narrate and explore the career of the Brazilian artist, emphasizing her eclectic, versatile approach. Across a career span of 45 years, Pape came to grips with multiple languages—from drawing to sculpture, video to dance, ranging into installation and photography— absorbing the lessons of European modernism and blending them with the cultural tenets of her country, generating a very personal synthesis of artistic practices. On show some nuclei of pieces from 1952 to 2000. Seen as a whole, her research reveals the way each new project develops as a natural evolution of those that preceded it. These connections are highlighted in the display of the works, spreading through the three floors of the Foundation and linked together by a common root, a leitmotif that originates in observation of nature and its translation into signs. The works on view include Livro Noite e Dia and Livro da Criação, among her most important pieces, books seen as objects with which to establish a relationship, condensations of mental and sensory experiences. The Tecelares, a series of engravings on wood, combine the Brazilian folk tradition with the Constructivist research of European origin. The exhibition also features Tteia1, the distinguished installation that embodies Lygia Pape’s investigation of materials, the third dimension and the constant drive towards reinvention and reinterpretation of her language.

from March 28th till July 21st
Fondazione Carriero 
via Cino del Duca 4 - Milano

 A quindici anni dalla scomparsa di Lygia Pape (Rio de Janeiro, 1927-2004), la Fondazione Carriero intende raccontare e approfondire il percorso dell’artista brasiliana sottolineandone in particolare l’eclettismo e la poliedricità. Nell’arco dei quarantacinque anni della sua carriera, Pape si è confrontata con una molteplicità di linguaggi – dal disegno alla scultura, dal video al balletto, sconfinando nell’installazione e nella fotografia – facendo propria la lezione del modernismo europeo per poi fonderlo con le istanze della cultura del suo Paese, fino ad arrivare a una personalissima sintesi tra le pratiche artistiche. In mostra alcuni nuclei di opere realizzate tra il 1952 e il 2000. Il complesso della produzione di Lygia Pape evidenzia come ogni nuova ricerca nasca e si sviluppi come naturale evoluzione delle precedenti. Queste connessioni sono messe in risalto dall’allestimento delle opere in mostra, che si articolano negli ambienti della Fondazione e rimangono legate a una radice comune; il filo conduttore trova la sua origine nell’osservazione della natura e nella sua traduzione in segno. Tra le opere esposte troviamo Livro Noite e Dia e Livro da Criação, alcuni dei suoi principali lavori, libri intesi come oggetti con cui entrare in relazione che condensano esperienze mentali e sensoriali. I Tecelares, la serie di incisioni su legno in cui si fondono tradizione popolare brasiliana e ricerche costruttiviste di origine europea. E ancora, Tteia1, la celebre installazione che racchiude tutta l’indagine di Lygia Pape sui materiali, la tridimensionalità e la costante propensione all’innovazione e reinterpretazione del suo linguaggio.

giovedì 28 marzo – domenica 21 luglio 2019
Fondazione Carriero 
via Cino del Duca 4 - Milano











Monday, March 25, 2019

CORAL FRILLS

It's spring, flowers bloom and even the frills on the sleeves, and it doesn't matter if for some dresses you actually have to wait for the next winter, it will mean that spring it will be always on our shoulders.

Maison Francesco Scognamiglio
Haute Couture F/W 2019-20

Rodarte
F/W 2019-20 Collection

Giambattista Valli
F/W 2019-20 Pre-collection

Red Valentino
S/S 2019

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