Le ultime opere
di Luca Zarattini evidenziano in
modo particolare il processo con cui sono state eseguite, indipendentemente
dalle sembianze che hanno assunto nel loro divenire. L'aspetto finale appare
quasi come un “accidente”, o una scoperta in fieri, frutto di una visione dove
si mescolano il caso e il caos - dalla loro armoniosa articolazione e gestione
scaturiscono forme compiute e riconoscibili; in una parola, l'ordine. Ma ciò
che avviene prima di questa rivelazione è altrettanto
importante e consiste nel riutilizzare le proprie opere, dando loro una nuova
veste: dalla frammentazione (letterale) e reinterpretazione del proprio passato
emergono originali composizioni, fatte di strati di carte dipinte, strappate e
incollate. Lentamente, una forma inaspettata si assembla per addizione, tra
echi pasoliniani e omaggi a figure chiave dell'arte del Novecento, come Van
Gogh. Un nuovo mondo prende vita dalla riorganizzazione della materia.
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