A little over a year later, Frank Holliday makes his first appearance in an Italian museum with his solo show held at Museo Carlo Bilotti, which will display 36 works, all created in 2016 during what the artist himself describes as his “monastic” Roman retreat. Indeed, throughout the summer of 2016, Holliday worked with speed and uncommon concentration in his studio near Piazza Navona – the works of the Italian Grand Masters all around him for inspiration, especially those of Caravaggio. In his “Roman cycle” paintings, Frank Holliday has relentlessly explored precisely this intermediate space between heaven and hell, the middle area, as the show’s curator, Cesare Biasini Selvaggi, points out. His great skill lies in giving a visual aspect to something completely immaterial, in other words painting reality in its unreality, seeking the hereafter in this world and this world in thinking about the hereafter. The beauty of the paint counterbalances the vigor of the brushstrokes, in a sequence of paradoxes where light and shadows, descents and ascents, absences and presences become inseparable.
Roma, Museo Carlo Bilotti, Aranciera di Villa Borghese
from 20 June to 13 October 2019
Si è conclusa nell’aprile del 2018 al MoMA di New York la mostra “Club 57: Film, Performance, and Art in the East Village, 1978-1983”. Realizzata in collaborazione con la Keith Haring Foundation, questa mostra è stata la più grande mai dedicata allo storico locale dell’East Village che ha contribuito a proiettare nel mito la controcultura newyorkese a cavallo tra anni Settanta e Ottanta. Particolare attenzione è stata dedicata alla sua scena artistica, con l’esposizione di opere di Keith Haring, Kenny Scharf, Adolfo Sanchez e Frank Holliday.
Poco più di un anno dopo, Frank Holliday fa il suo primo ingresso in un’istituzione museale italiana con la sua personale al Museo Carlo Bilotti, in cui vengono esposte 36 opere, tutte realizzate nel 2016 durante quello che l’artista statunitense stesso ha definito il suo soggiorno “monastico” romano. Nell’estate 2016, infatti, Holliday ha lavorato alacremente nel suo studio vicino a Piazza Navona, avendo come ispirazione le opere dei maestri della storia dell’arte, prime fra tutte quelle di Caravaggio. Nei suoi dipinti del “ciclo romano” – puntualizza il curatore della mostra Cesare Biasini Selvaggi – Frank Holliday ha scandagliato lo spazio intermedio, tra l’inferno e il paradiso, quella dimensione di mezzo. La sua grande maestria sta nel dare immagine a qualcosa di assolutamente immateriale, nel dipingere cioè la realtà nella sua irrealtà , cercando l’aldilà in questo mondo e questo mondo nel pensiero dell’aldilà . La bellezza del colore controbilancia la solidità del gesto pittorico, in un susseguirsi di paradossi dove luci e ombre, cadute e ascese, assenze e presenze diventano inscindibili.
Roma, Museo Carlo Bilotti, Aranciera di Villa Borghese
dal 20 giugno al 13 ottobre 2019
The exhibition took great care to outline the period's art scene, including works by Keith Haring, Kenny Scharf, Adolfo Sanchez, during https://dissertationwritinghelp.uk/literature-review-help/and Frank Holliday.
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