Napoli - Dal 12 dicembre 2019 al 10 marzo 2020 sarĂ aperta al pubblico la mostra Hidetoshi Nagasawa. Sotto il cielo e sopra la terra.
Dopo l’installazione dello scorso anno di Uemon Ikeda, che con il suo fragile filo rosso creĂ² una struttura aerea che ha avviluppato l’architettura dell’edificio, Palazzo Reale incontra nuovamente l’arte orientale con una mostra dedicata al grande artista giapponese Hidetoshi Nagasawa Scultore tra i piĂ¹ noti a livello internazionale, l’artista arrivĂ² in Italia a ventisette anni, dove ha trascorso il resto della sua vita.
Nagasawa ha saputo far dialogare la cultura occidentale e quella orientale, fin da quel viaggio di iniziazione in bicicletta durato un anno e mezzo che intraprese nel 1966 dal Giappone all’Italia, attraverso l’Asia, la Turchia, passando per Brindisi, fino a Milano. L’esperienza del viaggio è stata per Nagasawa il fulcro artistico e filosofico delle sue creazioni e ponte tra culture. In una delle sue ultime e rare interviste l’artista ha dichiarato: “per capire una cultura ce ne vuole sempre un’altra”.
L’esposizione porta all’attenzione del pubblico la capacitĂ di Nagasawa di creare opere in perfetta armonia con il tutto, in cui l’idea di sospensione e il senso di galleggiamento nello spazio acquisiscono centralitĂ .
Il principio antigravitazionale è evidente nelle grandi sculture esposte: nella corte d’onore, il maestoso Pozzo nel cielo,1995-2014; Barca, 1983-1988 di ottone e carta si aggrappa alle pareti dello Scalone monumentale di accesso; il Groviglio di quanta, 2014 e Matteo Ricci, 2010, composta da otto elementi in marmo di Carrara e acciaio adagiati a terra sono opere in cui il ferro e il marmo creano un gioco di incastri apparentemente vacillanti. Le installazioni si appoggiano con improbabili equilibri, che abitano lo spazio con forza e leggerezza e in cui la soliditĂ dei materiali e la geometria caotica delle forme si contrappongono agli spazi dell’edificio.
In mostra anche una selezione di opere grafiche in cera e carboncino che configurano galassie e paesaggi, e riecheggiano dell’idea di uno spazio delimitato e concluso tipico dei giardini orientali.
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