Breuning si è fatto conoscere, tra le altre, attraverso le mostre personali in diverse autorevoli istituzioni come il Palais de Tokyo di Parigi, la Chisenhale Gallery di Londra, la Kunsthall di Stavanger, l’Institute of Modern Art di Brisbane e attraverso la partecipazione a biennali quali la Biennale del Whitney New York e la Biennale de l'Image en mouvement a Ginevra.
Olaf Breuning, per la sua mostra nello spazio milanese della Galleria Poggiali, in Foro Buonaparte 52, ha concepito un ambiente immersivo per riflettere su come gli attuali stimoli della vita quotidiana sono metodicamente registrati, metabolizzati e riproposti dagli “utenti” digitali. Esplicativo di questo approccio è la grande scultura al centro dello spazio che consiste in una scala di metallo, su cui è montata la sagoma in acciaio lucido di un volto stilizzato con al centro un cuore. La struttura bidimensionale diviene volumetrica e inafferrabile per effetto delle immagini che inesorabilmente riflette. Tale dimensione “multidisciplinare” e “multidimensionale” è adottata dall’artista per tutta la mostra fino anche all'installazione di disegni a china nera raffiguranti scene ‘possibili’, ma immaginarie, che suggeriscono un’inedita narrazione intima e corale. Le opere presenti alla mostra We Are All In the Same Boat alla Galleria Poggiali sono di anni e soprattutto media diversi, sia site specific che immagini autonome, poste dall'artista in un nuovo stretto dialogo per far emergere domande ovvie quanto conturbanti: per chi sono i messaggi che produciamo giornalmente nel mondo del web e perché li produciamo? Olaf Breuning risponde mettendo al primo posto la dimensione esperienziale che ha a che fare con l'evento in tutti i suoi aspetti fisici e psicologici.
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