In mostra 14 dipinti, 46 piccole tele, studi preparatori per la grande istallazioni composta da 36 garze, un video, che, come scrive Claudio Strinati in catalogo, da un lato sono strettamente connesse con una tradizione antichissima e ricchissima, ma dall’altro sono completamente indipendenti da qualunque condizionamento storico, anzi calano sulla nostra contemporaneitĂ con notevole forza e potenza comunicativa per farsi strumento di vera e propria lotta intellettuale e morale in sĂ© e per sĂ©. Giovane artista nell’Italia degli anni Settanta, Renata Rampazzi ha da sempre sentito la necessitĂ di tradurre nei suoi quadri la forza della denuncia contro la discriminazione di genere. A metĂ tra insofferenza all’ipocrisia borghese e l’urgenza dell’esprimersi, l’artista ha riversato sulle tele la rabbia, il disagio, l’impazienza senza mai sfociare nell’osceno e nell’ovvio, ma trovando una forza pulsante e viva nel colore piĂą provocatorio di tutti: il rosso. Con pochi tratti, ma ricchi di significante e significato, l’artista riesce a suggestionare, evocare, rappresentare pur rimanendo nell’astratto.
Le sue opere, che coprono un arco temporale dal 1977 al 2020, si declinano in Composizioni, Ferite, Sospensioni Rosse, Lacerazioni sino ad arrivare all’installazione Cruor del 2018, realizzata con la collaborazione della scenografa Leila Fteita esposta per la prima volta nella sede della Fondazione Cini di Venezia, che riassume visivamente e in modo esperienziale le altre. Mischiando terre e pigmenti, Renata Rampazzi ha dipinto una trentina di garze, simbolo delle medicazioni delle ferite subite dalle donne, in una variazione di rossi, dal piĂą tenue al piĂą vivido.
Appesi al soffitto su piani sfalsati, come una sorta di cortine da palcoscenico, questi lunghi drappi di 4x1 metri invitano il visitatore ad addentrarsi in un labirinto emotivo, in cui si penetra nella sofferenza e nella privazione della propria identitĂ a causa della violenza, grazie anche alla coinvolgente atmosfera creata dalle musiche di Minassian, Ligeti e Gerbarec. Nell’intento dell’artista la mostra vuole essere un viaggio nel quale il visitatore debba sentirsi coinvolto fisicamente, un percorso emotivo che non tanto illustri, quanto evochi in un’alta tensione morale e intellettuale il tremendo fenomeno della violenza sulle donne, raccontato non in maniera manifesta ma tuttavia evidente e urgente, grazie al colore rosso presente su tutte le opere esposte.
Recreo's private extravagance manors offer unmistakably something other than more space when contrasted with a resort. The Villas are encircled by stunning perspectives on the Pacific Ocean.먹튀
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