Londra - Cardi Gallery presenta la prima mostra personale in Inghilterra dell’artista italiano Marco Tirelli (Roma, 1956). Le oltre 150 opere ripercorrono un viaggio allegorico sui quattro piani della Cardi Gallery di Londra, questa eccezionale retrospettiva su impianto museale comprende disegni, dipinti, fotografie e piccole sculture, molte delle quali prodotte appositamente per la mostra.
Tirelli studia scenografia e tra gli anni '80 e '90 è membro della Nuova Scuola Romana. Il suo bagaglio culturale si compone anche della complessità visiva e della stratificazione storica delle sue città Roma e Spoleto. Luoghi che hanno profondamente segnato il suo vocabolario di ricordi personali e allegorici. Le sue opere sono popolate da un archivio visivo molto complesso, costruito con il passare del tempo fin dalla prima infanzia. Attraverso delle reti di associazioni e connotazioni esse riescono a attivare i regni mentali del ricordo culturale, della memoria collettiva e delle concezioni convenzionali di rappresentazione del valore. “Per attivare echi negli spettatori, attraverso l’immersione in un’interazione di immagini, simboli, allegorie ed attraverso un gioco di rimandi e riflessioni”, come afferma lo stesso artista, egli incorpora strategie espositive mutuate dal tardo Rinascimento, come lo Studiolo – una stanza colma di oggetti interessanti, e intesa come luogo di contemplazione di un nobile – per costruire meravigliose installazioni immersive, abitate da griglie di disegni e sculture in bronzo, le quali funzionano come flussi di coscienza spaziali e visivi. Nelle sue composizioni si ritrovano forme geometriche, elementi del mondo naturale, strumenti, macchinari artificiali, forme architettoniche e oggetti del mondo quotidiano, caratterizzate da una forte tensione tra illusione e realtà; tra luce e oscurità. Queste ultime sono generate dallo spazio stesso, in quanto sono state scritte con la luce; esse sono originarie dall’ombra e pertanto diventano visibili. Tirelli ha padroneggiato il segreto delle ombre e le sue opere incarnano perfettamente questo mistero impalpabile. Agli spettatori spesso viene in mente la descrizione di Tanizaki sulla bellezza di un’alcova giapponese: “[…] guardiamo nell’oscurità che si raccoglie dietro la trave trasversale, intorno al vaso dei fiori, sotto gli scaffali, anche se sappiamo perfettamente che è solo ombra, abbiamo come la sensazione che in questo piccolo angolo di atmosfera regni completamente il silenzio assoluto. […] il silenzio inquietante di questi luoghi oscuri. […] Dove risiede la chiave di questo mistero? È fondamentalmente la magia delle ombre. Se le ombre fossero bandite dagli angoli, l’alcova ritornerebbe in quell’istante a mero vuoto.” I soggetti di Tirelli non sono oggetti in sé, ma la loro rappresentazione. Prendendo in considerazione l’allegoria della caverna in Platone, esse mettono in discussione la capacità umana di sperimentare e conoscere il mondo reale. Contenute dallo spazio circostante – uno spazio intenso quale potenziale universale delle connessioni tra gli oggetti, come descritto da Marleau Ponty – con il loro senso complessivo e la loro percepita profondità, queste cose-oggetti sono esistenziali. Esse costringono lo spettatore a mettere in discussione la percezione della realtà e allo stesso tempo gli consente di smascherare e liberare il potenziale simbolico dell’oggetto raffigurato. Come sosteneva Nietzsche: “la realtà non esiste, esiste solo l’interpretazione”.
25 June - 4 September 2021
Cardi Gallery, 22 Grafton Street, London W1S 4EX
Marco Tirelli, Untitled, 2021, mixed media on wood, 240 (dia) x 125 cm |
Marco Tirelli, Untitled, 2021, mixed media on canvas, 94 x 97.5 cm photo: Ottavio Celestino |
Marco Tirelli, Untitled, 45 x 30 cm, mixed media on paper photo: Martino Tirelli |
Marco Tirelli, view of installation at the Italian Pavillon at the Venice Biennale, 2013 photo: Giorgio Benni |
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