Wednesday, March 30, 2022

LAWRENCE CARROLL AL MUSEO MADRE

Il Madre di Napoli celebra Lawrence Carroll,l’artista vissuto tra gli Stati Uniti e l’Italia con la prima mostra antologica dalla sua scomparsa: 80 opere che raccontano la storia, la ricerca e le inquietudini di un interprete cosmopolita della ricerca pittorica. 
 Mentre negli anni Ottanta si assiste negli Stati Uniti alla storicizzazione della Pop Art, all’esaurirsi dell’Espressionismo Astratto e del Minimalismo, Lawrence Carroll (Melbourne 1954 – Colonia 2019) si trasferisce in un’euforica New York dove, finchè lavora come grafico e illustratore, dà vita alle sue prime opere, non riconducibili a una specifica tendenza: fin da subito i suoi quadri sono strumenti di indagine del fare pittura al di là delle scuole e delle teorie del secondo dopoguerra. A tre anni dalla sua scomparsa il Madre di Napoli dedica la prima grande retrospettiva museale a Lawrence Carroll. 
La mostra – a cura di Gianfranco Maraniello – indaga la storia e la figura di questo protagonista della scena artistica nordamericana e internazionale, non assimilabile alla storia delle avanguardie e neoavanguardie. "Siamo orgogliose di presentare al Madre questo omaggio a Lawrence Carroll, artista vissuto tra gli Stati Uniti e l'Italia– affermano la Presidente Angela Tecce e la Direttrice Kathryn Weir–, progetto espositivo che si inserisce nella tradizione delle grandi mostre che il museo ha dedicato a protagonisti della ricerca artistica contemporanea. La pittura, la scultura, le installazioni e le foto di Carroll sono testimonianze di una profonda riflessione interiore e della sua costante indagine sull'esistenza e sulla necessità che l'umanità ha dell'arte. Le sue opere dai colori sommessi, stratificati e dalle forme essenziali inglobano memorie del vissuto e tracce del reale, trasfigurandoli in un linguaggio rigoroso ed evocativo".
 La mostra presenta 80 opere dell’artista realizzate nel corso di oltre trent’anni di carriera (dal 1985 al 2019), allestite in un percorso che – come nel sentire dello stesso Carroll – privilegia le relazioni delle opere con lo spazio e con i sentimenti rispetto alla paralizzante classificazione cronologica o tematica. Carroll considerava infatti i suoi lavori presenze fisiche che abitano gli spazi e che incontrano l’osservatore, entrandoci in dialogo. Ogni sua realizzazione mantiene per questo la stessa imperfezione dell’essere umano e, usando le sue stesse parole, un necessario “ancoraggio al mondo”.
 “Lawrence Carroll ha un ruolo eminente nella storia dell’arte americana per avere mostrato orizzonti e aperture oltre l’impasse dei dogmatismi teorici che avevano sostenuto gli impianti di modernismo e postmodernismo fino alla metà degli anni Ottanta – dice Gianfranco Maraniello, curatore della mostra –. Realizzare oggi una mostra di Lawrence Carroll significa restare fedeli alla sua inquietudine, corrispondere alla vitalità di opere che continuano a cercare il loro luogo dove vivere interrogando le incessanti possibilità della pittura.” Nelle opere di Carroll sono presenti temi e maniere della pittura contemporanea negli Stati Uniti, da Jasper Johns a Robert Ryman, da Ad Reinhardt a Robert Rauschenberg, come della scultura di Donald Judd e Carl André; partendo dalla progressiva cancellazione di immagini preesistenti, Carroll arriva a stesure di colore bianco simili alla tela stessa. La superficie del quadro si rivela così non solo un campo stratificato di pigmento, ma anche un modo per osservare il potenziale infinito di dipingere. 
 Nei suoi quadri Carroll ha continuato a interrogare gli strumenti dell’arte, tagliando e ricombinando porzioni di tela dove le cuciture sembrano disegni o ferite, innestando oggetti organici o inorganici – fiori, foglie, guanti, scarpe, la polvere del suo studio – dando luogo a sorprendenti volumetrie, attuando una costante ridefinizione della pittura. Attraverso le sue opere l’artista propone un’incessante interrogazione su quale sia la sua posizione nei confronti della realtà, della sua solitudine di fronte al mondo, del mondo da lui creato.
25 marzo – 5 settembre 2022

Madre - museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli











Tuesday, March 29, 2022

RICHARD SERRA - “40 BALLS”

MIlano - Tra gli artisti più significativi della sua generazione, Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia nel 2001, Richard Serra (San Francisco, 1939) ha installato le gigantesche sculture in acciaio per cui è internazionalmente riconosciuto in contesti architettonici, urbani e paesaggistici di tutto il mondo: da Londra a Berlino, da Napoli a Bilbao, le sue opere da più di cinque decenni popolano gli spazi pubblici e i musei, instaurando una relazione diretta con lo spettatore. 
Dal 30 marzo al 5 agosto 2022, con la mostra 40 BALLS la sede milanese di Cardi Gallery presenta per la prima volta 40 nuovi disegni, tutti pezzi unici, realizzati dall'artista americano appositamente per l'occasione, in un allestimento da lui stesso ideato. Accanto alle sue imponenti sculture site-specific, nel corso della sua lunga carriera Richard Serra ha approfondito con costanza la pratica del disegno, realizzando opere che, per la loro capacità di indagine del reale e di costruzione del segno grafico, risultano immediate e assolute quanto le sue sculture. Per i suoi disegni l'artista utilizza, sin dal 1971, uno stick di vernice nera (pittura a olio compressa, cera e pigmento) lavorando in modo intuitivo: anche se queste opere sono parte integrante di quello studio dei temi chiave di tempo, materialità e processo, caratteristici della sua pratica scultorea, non vanno considerati schizzi o studi per le sculture. I disegni di Richard Serra sono opere a sé stanti, ognuna con un carattere e un'energia singolari, resistenti a qualsiasi associazione metaforica o emotiva, tutti pezzi unici.







Monday, March 28, 2022

MIART 2022

150 gallerie da 21 Paesi: dal 1 al 3 aprile 2022 torna miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea organizzata da Fiera Milano, che conferma le date annunciate e si riposiziona come da tradizione in primavera. In un aprile denso di importanti appuntamenti per il mondo dell’arte, miart sarà la prima fiera di settore del 2022 organizzata in Italia e tra le prime in Europa: l’avvio simbolico di una nuova fase, il primo movimento di una nuova possibile sinfonia. Nella seconda edizione diretta da Nicola Ricciardi, miart rafforza la sua portata internazionale e rimette al centro il legame con la città, di nuovo protagonista dentro e fuori il quartiere fieristico. A soli sette mesi di distanza dall’edizione 2021, eccezionalmente organizzata nel mese di settembre, con 150 gallerie operanti da 21 Paesi miart sarà cronologicamente la prima fiera d’arte del 2022 in Italia e tra le prime in Europa: un appuntamento imprescindibile per il pubblico e i collezionisti italiani e internazionali alla ricerca dei grandi capolavori del primo Novecento come delle creazioni delle ultime generazioni di artisti e del design d'autore. miart 2022 torna a ospitare le principali gallerie italiane e al tempo stesso rafforza in modo significativo la sua portata internazionale, grazie a importanti ritorni e a nuovi e straordinari ingressi. I progetti, accuratamente selezionati dal comitato, hanno l'obiettivo di presentare una fiera coerente e accurata, promuovere il dialogo tra le gallerie e tra artisti iconici e nuovi talenti, esaltare la tradizione con un occhio rivolto al futuro.

Grazia Varisco,

Reticolo frangibile Quadricromia, 1969, acrylic, wood and glass,
53 x 72 cm,
courtesy Volker Diehl Gallery, Berlin, copyright Alicja Kielan 


Jannis Kounellis,

Senza titolo, 2000.
Lamiera di ferro, piombo, brandina in alluminio e coperta, 200x180x10 cm.
Courtesy Galleria Fumagalli 


Bruno Munari,

Macchina inutile, 1934-1984,
cartoncino Arches serigrafato, legno, spago e tondino in ferro brunito per contrappeso,
253 x 72 cm
Courtesy MAAB Gallery, Milano 


Yuli Yamagata

Explorador, 2021
shoe, dried fish, pool noodle, resin, rope, fake leather, silicone fiber, sewing thread
62 × 90 × 70 cm
unique
Cooutesy Madragoa 


Luigi Ghirri
Milano (Studio di Aldo Rossi), 1989-90
signed, dated and stamped estate verso
c-print, vintage
image 19.1 x 24.1 cm (7.5 x 9.5 in.)
framed 41.5 x 51.5 x 3.2 cm (16.3 x 20.3 x 1.3 in.)
Photo: Luigi Ghirri, Milano (Studio di Aldo Rossi), 1989-90 © Eredi di Luigi Ghirri, Courtesy Mai 36 Galerie, Zurich 


Alighiero Boetti,

Le infinite possibilità di esistere, 1990,
Arazzo,
33x34
Courtesy ML Fine Art Matteo Lampertico, Milano - credito fotografico Paolo Vandrasch, Milano 


Adelaide Cioni,

Study for a red headdress, 2020, wool stitched on canvas,
cm.112x92
Courtesy the artist and P420, Bologna Photo Credit Carlo Favero
 


Aldo Mondino,

Pinguini, 1963,
tecnica mista e collage su masonite, 180x130 cm
Crediti e courtesy Galleria Il Ponte 


Lucio Fontana,

Battaglia equestre,1947, Ceramica,
12x14x8 cm,
Courtesy Galleria Allegra Ravizza 


Ugo Mulas

Saul Steinberg, Palazzina Mayer #02, Milano, 1961
Modern Print. Gelatin silver print on baritated paper on board 37 × 37 cm (not framed)
63 × 58 × 4 cm (framed)
Edition of 28
Courtesy Archivio Ugo Mulas, Milano – Galleria Lia Rumma Milano/Napoli 


Marcia Hafif,

Nr. 111 (from the series Italian Paintings), 1966 acrylic on canvas
70 x 70 cm
Courtesy Galerie Hubert Winter, Vienna_Established 


Toti Scialoja

Il primo dell’anno, 1957
olio e tempera su tela di canapa
184,3 x 179,3 cm
Courtesy Studio Vandrasch e Galleria dello Scudo, Verona 


Anna Perach

Mother of Egg, 2019
tufted yarn, beading and wooden frame 90 x 150 x 110 cm
Courtesy of the artist and ADA Rome Photo by Matt Ashford 


Ezio Gribaudo,
Cuba, 1967,
acrylic on canvas and mixed media,
80 x 100 cm,
Unique
courtesy of the artist & Sans titre (2016), Paris credit: Isabelle Arthuis 


Enzo Mari
Progetto 1379A, Le porte, 1976-84
Serigrafia su carta
50x69.5 cm
Ed. Danese, XXV prove d’artista numerate e firmate Courtesy Eredi Enzo Mari e Galleria Massimo Minini 



Friday, March 25, 2022

FUTURDROME - ALEXANDER TILLEGREEN

Milano - FuturDome  presenta The Upsweep Paradox la prima esposizione personale in Italia di Alexander Tillegreen (Copenhagen, Danimarca, 1991). La mostra, a cura di Atto Belloli Ardessi, racchiude una totalità di lavori inediti realizzati nel corso di una residenza di oltre tre mesi presso gli spazi di via Paisiello 6, durante la quale l’artista ha avuto l’opportunità di accedere e ricercare negli archivi di Isisuf, Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo, da cui nasce nel 2004 il progetto FuturDome. Nello specifico, Tillegreen attinge dall’archivio dell’artista brasiliana Mary Vieira (San Paolo 1927-Basilea 2001), conservato presso la sede dell’istituto, di cui vengono esposte due opere. La pratica di Tillegreen, partendo dall’uso del suono come vettore percettivo, integra fotografia, scultura, pittura e installazione, indagando la relazione tra i fenomeni sonori psicoacustici e il loro potenziale di riflettere e risvegliare la situazionalità linguistico-culturale dell'ascoltatore e la fluidità psicologica del subconscio. La mostra si articola attraverso i 4 livelli del corpo interno del palazzo, innescando una sorta di esperienza oggettiva nell’attivazione di eventi/accadimenti passati e presenti, atti a ridefinire i limiti percettivi di tempo e spazio. Una progressione strutturale e temporale nell’architettura cognitiva della nostra mente, caratterizzata da illusioni fonetiche Phantom Words che inducono l’ascoltatore in una condizione narrativa di inferenza inconscia.
Dal 28 Marzo al 28 Maggio

FuturDome

via Giovanni Paisiello 6, 20131 Milano










Wednesday, March 23, 2022

Miguel Angel Payano Jr. - Sojourn Summits

Milano - La cultura americana, quella caraibica e quella cinese si fondono indissolubilmente con Sojourn Summits, la prima personale in Italia di Miguel Angel Payano Jr. (1980, New York) che, dal 24 marzo al 4 maggio 2022, nella sede milanese della Galleria Poggiali, presenta un corpus di opere inedite. Afro-caraibico americano, Miguel Angel Payano Jr. vive e lavora tra Pechino e New York e nella sua carriera vanta importanti mostre personali come quelle al Williams College Wilde Gallery di Williamstown nel Massachusetts (2014), al LDX Hong Kong Gallery di Hong Kong (2013), all'Accademia Centrale di Belle Arti di Pechino in Cina (2006) e al Qi Mu Space di Pechino oltre alla partecipazione alla Biennale di Ad-Diriyah a Riyadh in Arabia Saudita (2021). Nella ricerca dell’artista le tre culture alle quali appartiene si mescolano per indagare temi come la socializzazione umana e i meccanismi di formazione dell'identità creando opere al contempo conturbanti e seducenti che combinano pittura e scultura. Motivi e oggetti provenienti dall’America, dai Caraibi e dalla Cina si sovrappongono per creare rappresentazioni antropomorfe e surreali che gesticolano e incalzano in maniera sarcastica e sfacciata sugli spettatori per analizzare questioni razziali, geografiche e identitarie. E spesso succede che i lavori di Miguel Angel Payano Jr. nascano in risposta a interpretazioni errate dovute al suo vivere nel mezzo di culture diverse, con usanze e tradizioni assai differenti tra loro che possono dare adito a equivoci e piccole rotture transculturali di concetto capaci però di aggiungere nuovi significati. 
 In Sojourn Summits, il nuovo ciclo di dipinti e sculture di Miguel Angel Payano Jr., indagano l'importanza del linguaggio nella nostra comprensione e relazione gli uni con gli altri. Attraverso conversazioni e adattamenti a geografie eterogenee infatti, formiamo connessioni e interiorizziamo il linguaggio altrui generando così possibili traduzioni errate, gag sineddochiche e metafore visive. La figura della pésca, sulla cui superfice sono dipinte bocche umane, è un elemento ricorrente ed essenziale nelle opere dell’artista. Il frutto è raffigurato come un essere senziente e a sé stante, simbolo visivo della potenza del linguaggio. In questo ciclo di lavori più recente, la poli-presenza o il mantenimento simultaneo di più posizioni geografiche è un tema centrale oltre che un trucco ottico. Nei dipinti, le figure antropomorfe si intrecciano sia come tre geografie sia come tre forze culturali. 
Incorporati a questi lavori, alcuni frammenti di quotidiani italiani che l’artista ha raccolto durante la sua permanenza a Milano, sussurrano ai visitatori messaggi enigmatici.
 “Per me fare arte è un’estensione del viaggio che intraprendo fra i pensieri che dimorano nella mia immaginazione. È il mio strumento di contemplazione. Che si tratti di contemplare il contenuto, la profondità di visione o la materialità, sto percorrendo sentieri fatti di domande che allo stesso tempo mettono in discussione e danno origine alle opere di Sojourn Summits. Nella forma di colline, montagne o cumuli di pigmento. - Afferma Miguel Angel Payano Jr - Vi presento le mie scrupolose riflessioni.”

24.03.2022 – 04.05.2022

Galleria Poggiali- Milano

 







Tuesday, March 22, 2022

NEXT WINTER TREND: LONG GLOVES

Fall/Winter 2022-2023 collections:

TOP: Valentino - Christian Dior
DOWN: Botega Veneta - Off-White

TOP: Moschino - Richard Quinn
DOWN: Fendi - Erdem

TOP: Simone Rocha - Philosophy di Lorenzo Serafini
DOWN: Eudon Choi - Derek Lam

TOP: Dolce&Gabbana - Acne Studios
DOWN: Vaquera - Roberto Cavalli

 

Monday, March 21, 2022

MITRA DIVSHALI - VERMICELLI PERSIANI

Roma - Con Vermicelli Persiani, a cura di Laura Cherubini, Studio SALES di Norberto Ruggeri presenta nei suoi spazi il lavoro dell’artista iraniana Mitra Divshali, con una mostra che trae ispirazione dalla figura dello scrittore connazionale Sadegh Hedayat (Tehran 1903 – Parigi 1951). Dal 22 marzo al 20 maggio 2022 il progetto espositivo rende omaggio a uno dei più letti e discussi scrittori iraniani del Ventesimo Secolo, autore di La civetta cieca (1930) – pietra miliare della letteratura persiana moderna nonché di quella surrealista – sottoposto a censura in Iran come la maggior parte dei testi dell’autore, alcuni ancora oggi proibiti. “Questo progetto di Mitra Divshali – spiega Laura Cherubini – trae ispirazione dalla vicenda esistenziale e letteraria di Sadegh Hedayat. Attraverso la testimonianza dei gesti estremi dello scrittore quali l’autoesiliarsi ed infine il suicidio, Mitra Divshali rappresenta la dicotomia Oriente / Occidente. L’omaggio nasce da una serie di lettere scritte da Sadegh Hedayat all’amico Hassan Chahid-Nourai. In queste lettere l’artista ha letto in filigrana il tragico destino dell’Iran.” Per Vermicelli Persiani Mitra trae infatti ispirazione dalle 82 lettere che Hedayat inviò tra il 1946 e il 1950 al suo amico Hassan Chahid-Nourai e che rimasero nascoste per un lungo periodo nella soffitta di Parigi dove Chahid-Nourai viveva e dove Hedayat trascorse i suoi ultimi mesi di vita in auto-esilio. I figli di Chahid-Nourai, che non conoscevano la scrittura persiana, diedero a questi scritti ereditati dal padre il nome di Vermicelli Persiani, locuzione evocativa che l’artista ha deciso di mantenere come titolo del suo progetto espositivo. Oltre agli avvenimenti drammatici dell’Iran di quegli anni – i tumulti interni degli indipendentisti dell’Azerbajan Iraniano, dei Curdi e delle varie tribù del centro-ovest e del sud, la maggior parte dei quali furono soggiogati dalle potenze internazionali come l’Unione Sovietica e i paesi membri del Patto Atlantico – le lettere rivelano l’ambiente sociale e politico a lui ostile e descrivono la sua vita a Tehran. “Le lettere di Hedayat – afferma l’artista – mi hanno mostrato un tragico tapis roulant da cui l’Iran sembra non riuscire a venir fuori. Ma di fronte a queste lettere ho sentito anche quell’energia, e persino quella gioia, che solo un grande scrittore sa trasmettere quando, nonostante il suo pessimismo, trasforma l’orrore in sublime lasciandoci intravedere la luce nella oscurità circostante. E così nella mia immaginazione le parole di Hedayat si sono colorate, tagliate e incollate sulle tele. Le parole si sono trasformate nelle forme indecifrabili, nei Vermicelli Persiani”. Mitra ha realizzato una serie di quadri in tecnica mista che rappresentano l’epistolario di Hedayat, in cui le lettere vengono colorate e tagliate in forme che – come nella tradizione della miniatura persiana – ricordano elementi della natura e trasmettono una sensazione di gioia, in contrapposizione con il loro contenuto. 
 L’installazione di Mitra si completa con un lavoro in neon e alluminio che rappresenta il percorso del viaggio da Tehran a Parigi dello scrittore e con Interferences, un video originale – prodotto da Beatrice Bulgari, fondatrice e Presidente della Fondazione In Between Art Film – strutturato in cinque capitoli e realizzato in bianco e nero, denso di riferimenti incrociati alla vita e, soprattutto, al pensiero di Hedayat e alla complessa realtà del suo Paese.

Absurdité

Epuisè

Interferences capIV

Interferences

Par avion