Dal 7 luglio al 18 settembre la Fondazione Provincia di Brescia Eventi presenta la mostra
Clouds Never Say Hello, grande personale dell’artista bresciano
Gabriele Picco a cura di Claudio Musso negli spazi di
Palazzo Martinengo Cesaresco Novarino. L’esposizione si sviluppa su due piani dello storico edificio e presenta una selezione articolata di opere inedite che conducono gli spettatori in un viaggio immersivo nell’immaginario dell’autore.
Picco riesce ad affrontare con leggerezza temi delicati come la morte, il sesso, la solitudine dell’uomo contemporaneo, mettendo spesso in luce le contraddizioni della nostra società, e mostrando come la vita e il mondo siano un immenso teatro visionario.
Ecco per esempio The wall, la stanza le cui pareti sono state completamente ricoperte da 18mila biscotti savoiardi, un intervento dell’artista che modifica la percezione sensoriale dello spazio e che insieme segna l’accesso al nucleo centrale della mostra. Una sala di decompressione ricca di reminiscenze infantili, via di evasione fiabesca non priva però di elementi sinistri, implicito al muro è infatti il riferimento all’incomunicabilità e a tutti quei muri che ancora abitano il mondo.
Le nuvole, di pasoliniana memoria, simbolo di leggerezza, di sospensione e di poesia, sono un tema ricorrente nel lavoro di Gabriele Picco. Visibili e presenti sia nella storia dell’arte che nella vita di tutti giorni, al contempo così impalpabili ed evanescenti, rappresentano metaforicamente l’ambiguità e la contraddizione che regnano nell’immaginario dell’autore bresciano.
Due delle sale della mostra sono dedicate proprio alle nuvole. In una le ritroviamo sul portapacchi di modelli in scala di auto storiche del secondo Novecento. Sono le automobili diventate vere e proprie icone, come la Dyane o la Citroen DS, che fanno seguito alla prima opera di questa serie intitolata Cloud, che Picco realizzò nel 2005 con una vera Fiat 500 come scultura permanente nel Parco delle Madonie in Sicilia.
Nell’altra sala lo spettatore incontrerà, sospese a mezz’aria, quelle che potrebbero essere descritte come cinque piccole poesie. Nuvole di vari colori scolpite in marmi diversi, dal nero portoro, al bianco statuario di Carrara, al blu Bahia, al rosa del Portogallo fino alla pietra dorata. Su ogni nuvola scorgerà, in un sottile rimando alla pittura tonale, un piccolo volatile imbalsamato dello stesso colore della roccia, che porta nel becco un biglietto dei biscotti della fortuna, con la tipica frase profetica, divinatoria o sibillina. Qui lievità e gravità si incontrano creando un ossimoro visivo e concettuale.
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Nuvola,2005,Fiat 500, vetroresina, corda, cemento, dimensioni ambientali, parco delle Madonie (Palermo) |
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Clouds never say hallo, 2022, (dettaglio), marmo di Carrara, uccello tassidermizzato, biglietto della fortuna, 50x 30x 29 cm |
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The wall, 2022 (dettaglio), stanza ricoperta da 18mila biscotti savoiardi, dimensione ambientale. |
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Eternal love, 2022 (bozzetto per scultura), 21x29cm |
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Fido, 2022, creta, carta, inchiostro, 10 x5x3 cm |
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All Tomorrow’s parties,2012, antilope imbalsamata, banane,139 x 86 x 66 cm |
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In memoria di una nuvola svanita, 2018-2022, granito nero e fotoceramica, 71,5x46x20 cm |
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