Friday, March 31, 2023
PARMA 360 Festival della creatività contemporanea VII Edizione CROSSOVER
Una nuova e ricca edizione all’insegna delle arti visive contemporanee e del pensiero creativo divergente per PARMA 360 Festival della creatività contemporanea, a cura di Chiara Canali e Camilla Mineo, in programma a Parma dal 1° aprile al 21 maggio 2023.
Il tema di questa edizione, CROSSOVER, ragiona sul concetto di contaminazione tra linguaggi, stili, forme, simbologie prese a prestito da epoche storiche diverse. “Tra antico e contemporaneo c’è una perpetua tensione – dichiara lo studioso Salvatore Settis –, che continuamente si riarticola nel fluire dei linguaggi critici e del gusto, nei meccanismi di mercato, nel funzionamento delle istituzioni”.
Anche Nicolas Bourriaud nel suo fondamentale testo “Postproduction”, afferma che a partire dai primi anni Ottanta molti artisti creano opere d’arte sulla base di altre già esistenti, selezionando idee, concetti o elementi culturali del passato da includere in nuovi contesti estetici e semantici.
A un decennio dalla sua scomparsa, PARMA 360 Festival celebra un tributo al grande fotografo Gabriele Basilico con una mostra allestita presso Palazzo del Governatore.
Sempre presso Palazzo del Governatore è presente la personale Passengers di Luca Piola, a cura di Rischa Paterlini. In questo progetto Piola indaga il rapporto tra lo spazio-museo, il visitatore e le opere attraverso una serie di fotografie realizzate nei musei. Contenitori trasparenti, o Spazi-Soglia, come lui definisce i musei, perché trasportano chi vi entra in una realtà differente, fisica e mentale, facendolo scivolare verso diversi percorsi interiori.
Nella Galleria San Ludovico (l’ex Chiesa di San Paolo, poi Cappella Ducale di Maria Luigia) è protagonista Elisa Seitzinger, illustratrice contemporanea tra i dieci autori più influenti d’Italia, che negli ultimi anni ha raggiunto importanti riconoscimenti nazionali e internazionali. Dopo aver realizzato le locandine delle opere liriche del XXII Festival Verdi 2022, la Seitzinger torna a Parma con una personale intitolata “Agiografie profane”, a cura di Paolo Lampugnani.
Filtrati dal suo immaginario pluristratificato, le figure di santi perdono la loro connotazione devozionale, per divenire icone contemporanee cariche di nuovi simboli e significati, mentre al tempo stesso prendono vita figure mitologichequali quelle delle Sibille o di Melusina, all’interno di nuovo e affollato panteon di natura profana.
Nelle splendide sale del settecentesco Palazzo Marchi di Parma va in scena la mostra GUARDANDO OLTRE di Stefano Bombardieri, a cura di Paola Marucci ed Emanuela Venturini, in coproduzione con Oblong Contemporary Art Gallery di Dubai e Forte dei Marmi. Bombardieri è noto in tutto il mondo per le sue sculture di animali selvatici e grandi pachiderma, come rinoceronti, elefanti, gorilla, spesso sospesi, intrappolati o schiacciati da montagne di bagagli. Per Parma Bombardieri realizzerà una mostra costruita appositamente per gli spazi di Palazzo Marchi.
Infine, Italia Veloce di via Dalmazia 3/a, storica officina di Parma all’avanguardia nella realizzazione di biciclette di lusso e design, ospita la mostra collettiva “LILIBET. The Queen”, a cura di Cinzia Lampariello Ranzi, in collaborazione con Agostino Art Gallery. Monarca dei record, sovrana di stile, ultima vera icona pop del nostro tempo che ha ispirato serie televisive, film, canzoni e opere d’arte, Sua Maestà la Regina Elisabetta II è protagonista delle opere di alcuni dei più affermati artisti e street artists internazionali come Endless, Marco Lodola, Mr. Brainwash, Raptuz, Jamie Reid, TVboy.
Wednesday, March 29, 2023
MIMMO PALADINO PER ARTE ALL’ARTE
Il curatore Cai Guo-Qiang, il Comune di Colle Val d’Elsa e Associazione Arte Continua sono lieti di annunciare “Mimmo Paladino per Arte all’Arte”, evento inaugurale per la mostra di Mimmo Paladino presso UMoCA – Under Museum of Contemporary Art.
A proseguimento della programmazione espositiva di UMoCA, la nuova mostra di Mimmo Paladino celebra un grande artista che ha già partecipato ai progetti dell'Associazione, in particolare nell’ambito di Arte all’Arte, per la cui terza edizione (1998) è stata realizzata presso la Fonte delle Fate di Poggibonsi l’opera I dormienti, diventata installazione permanente nel 2000.
Negli spazi di UMoCA saranno esposte, a partire dal 1 aprile e per sei mesi, fino a settembre 2023, tre sculture realizzate da Paladino tra il 2015 e il 2022.
Per l’inaugurazione della nuova mostra di UMoCA, Associazione Arte Continua promuove, nella giornata del 31 marzo, alle ore 19.00, una visita alla presenza dell’artista alla Fonte delle Fate e, alle ore 20.00, la proiezione al Cinema Garibaldi di Poggibonsi del film La divina cometa (2022), ultima opera cinematografica di Mimmo Paladino; a seguito della proiezione (durata 96 minuti) è prevista negli spazi del cinema una conversazione tra l’artista e Mario Lorini, Presidente ANEC - Associazione Nazionale Esercenti Cinema. Nella giornata del 1 aprile a Colle Val d’Elsa, alle ore 12, avverrà l’apertura di UMoCA con le opere di Mimmo Paladino.
UMoCA - Under Museum of Contemporary Art è un progetto dell’artista cinese Cai Guo-Qiang per Colle Val d’Elsa, avviato nel 2001 per la sesta edizione di Arte all’Arte, un piccolo museo di arte contemporanea collocato sotto le arcate del ponte di San Francesco, nato dalla volontà dell’artista di legarsi al contesto naturale, storico e culturale di Colle Val d’Elsa, creando un dialogo con la cittadinanza.
In precedenza, l’UMoCA ha ospitato le mostre di Ni-Tsai Chin (2001), Jennifer Wen Ma (2005), e Kiki Smith (2008). Nell’ottobre 2022, Associazione Arte Continua, insieme al Comune di Colle Val d’Elsa, è riuscita ad organizzare il restauro e la riapertura di UMoCA, celebrati con una mostra di Marisa e Mario Merz organizzata in collaborazione con la Fondazione Merz. Associazione Arte Continua prosegue la sua attività di valorizzazione del territorio attraverso l’arte contemporanea ed i legami che essa crea con l’architettura e il paesaggio; prosegue con questo evento la raccolta fondi per la valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio artistico della Val d’Elsa.
Ponte di San Francesco - Colle Val d'Elsa, Siena
aprile - settembre 2023
Thursday, March 23, 2023
LINO FIORITO - PERCORSI ELLITTICI
In mostra fino al 24 Aprile 2023 alla Galleria Accappella di Napoli, la mostra Percorsi Ellittici
di Lino Fiorito.
Pittore, scenografo di teatro e di cinema.
Lino Fiorito nato a Ferrara, ha vissuto dal 1985 a Roma, poi a New York e ora vive tra Napoli e Colonia.
Nel 1986 ha fondato a Napoli con altri artisti la galleria Idra Duarte, uno spazio no-profit che nel corso di due anni di attività ha esposto il lavoro di numerosi giovani artisti.
Fin dai primi anni’80 ha sviluppato una pratica trasversale dei mezzi espressivi legati alla visione. La sua collaborazione col teatro inizia con Falso Movimento e continua con Teatri Uniti.
Lino Fiorito ha sempre visto il suo lavoro artistico come quello di un pittore. Anche la sua attività nel teatro e nel cinema è basata sul punto di vista di un artista che non si è mai distratto dal suo ‘vero’ lavoro, e nel corso degli anni ha costruito una opera che può essere considerata come un continuo discorso sul fare pittura, sul creare una immagine.
I lavori che presenta alla Galleria Accappella con il titolo ‘Percorsi Ellittici’ nascono da una serie di disegni che ha realizzato nel 2018.
Disegni che ha fotografato, ingrandito e trasferito su tela; dove si vede il cambiamento di scala e l’esaltazione del segno grafico.
Ha lavorato alle tele tra l’ottobre ed il novembre del 2022; il differente formato lo ha portato a guardare i lavori da una nuova oggettività e distanza dal momento iniziale, dal gesto intimo, raccolto, della mano sul foglio.
E' quindi intervenuto con il colore sulla superficie della tela e sul disegno in maniera più distaccata, come da lontano, in una rinnovata visione, ottenendo però così paradossalmente una maggiore ‘presenza’ ed una nuova ‘forma’ dell’immagine.
I percorsi ellittici sono questi diversi momenti del lavoro e del pensiero sul lavoro.
"Ciò che è costante nella ricerca di Fiorito, pur nella sostanziale diversità delle scelte stilistiche, è un’efficacissima precisione compositiva che dona all’immagine una forza espressiva vivace quanto contenuta e un sensibilissimo senso del colore realizzato nel gioco inquieto del segno e dei vibranti contrasti cromatici e chiaroscurali. La sua è una ricerca sospesa tra caos e rigore, stasi e movimento, elementi concreti e visionari che si sfiorano e convergono in una geometria inesatta, in incontri inattesi. Sospeso tra surreale e reale, Fiorito mette in campo quasi un’operazione di scansione geometrico-onirica, tesa a rilevare l’eccezionale nel banale, il fantastico nel quotidiano, un viaggio mentale teso ad indicare percorsi iconici possibili che si spingono oltre le soglie della rappresentazione".-Eugenio Viola
Tuesday, March 21, 2023
This is Not The End
La mostra coinvolge 12 artisti, le cui 22 opere in esposizione aprono altrettante finestre
su mondi, differenti visioni e modalità espressive di un gruppo di autori che ha partecipato
a questo primo anno di vita del progetto editoriale IRAE Edition, rendendosi protagonista
di un unico racconto collettivo.
La consapevolezza di essere ormai arrivati ad un punto di non ritorno per il pianeta,
d’altro canto la certezza di poter solo ricominciare dal grado zero, per questo l’operazione che Paolo Canevari ha fatto su IRAE#1 è stata di totale cancellazione e, con un gesto di rottura concettuale e catartico allo stesso tempo, ha ricoperto l’intera prima pubblicazione di uno strato di inchiostro nero. In questa mostra, invece, l’artista è presente con due opere della serie “Monuments of the Memory”, in cui utilizza l’olio esausto, materiale che incarna in maniera paradigmatica l’inquinamento, portandoci a riflettere sulla degenerazione provocata dall’uomo sull’ecosistema, attraverso la visione di paesaggi neri che richiamano le profondità dell’io.
La visione distopica di Giacomo Costa in “Atmosfera 22”, che realizza attraverso la sua
tecnica artistica un paesaggio a metà tra realtà e finzione in cui l’urbanizzazione è sviluppata all’ennesima potenza, ci rimanda ad una possibile fine della civiltà che si esaurisce per uno sviluppo insostenibile; allo stesso tempo i luoghi abbandonati di Nicola Bertellotti, portatori
di un’estetica completamente opposta, sono l’altra faccia di una stessa medaglia, quella in cui l’elemento umano è invisibile, assente perché fuggito, per necessità o per scelta.
Il paesaggio che cambia è un passaggio quasi obbligato quando si parla di rapporto tra uomo e ambiente e rimarca una tematica fondamentale nel concetto di sostenibilità e cioè quello di equilibrio globale tra ecosistemi e tra uomo e natura. Qui si inseriscono le opere dei due lavori ambientati sul territorio italiano, quello di Angelo Cricchi che racconta, fissando romanticamente attraverso il banco ottico, mutamenti di un paesaggio a forte rischio idrogeologico, il delta del Po; e quello di Valentina Piccinni e Jean Marc Caimi che, durante una documentazione durata anni, con il lavoro “Fastidiosa”, hanno descritto i cambiamenti delle campagne pugliesi straziate dalla Xylella, di pari passo alle vite degli abitanti che ne hanno subito le conseguenze e che allo stesso tempo sono stati protagonisti delle soluzioni.
Lunare e straniante, invece, è lo scenario che emerge dal sogno lucido di Jordi Bello Tabbipopolato da figure solitarie in cui, la piccola pianta conservata in una teca di vetro, sarà allo stesso tempo premonizione e anticipazione della forza e spirito di sopravvivenza impersonate dall’albero circondato di pietre disegnato da Andreco nell’opera “Struggle”. È il mondo vegetale infatti con la sua forza iconica e simbolica che farà da spartiacque e ci accompagnerà fino alla rinascita.
La trasformazione viene attuata in prima battuta da Michele Guido che, attraverso le
sue serigrafie, cambia destinazione d’uso dell’oggetto rivista e lo porta ad essere opera a sé, smembrandolo e dandogli nuova vita sovrapponendovi soggetti e suggestioni tratte dal mondo vegetale. Elementi naturali vengono plasmati poeticamente dalle mani di
Tiziana Cera Rosco il cui “Erbario dell’Emersione” è il risultato di un lungo lavoro fatto di alghe raccolte nell’Orto Botanico di Palermo, trasformate in opere d’arte dalle mani dell’artista.
Ed è dall’acqua che la figura umana finalmente torna facendosi natura, attraverso una donna, l’Ophelia, di Matteo Basilè, che vediamo immersa in un liquido amniotico, in uno stato di grazia estatico che ha tanto della sacralità del rito. Riti di passaggio e magia accomunano opere molto diverse come quelle di Angelo Cricchi sulla figura della mistica cristiana Ildegarda di Binden e Domina Herbarium di Cirkus Vogler lavoro di collage che si ispira alla figura di Matteuccia da Todi. Infine la tela di
Angelo Bellobono, è un’opera immersiva nata sulle montagne abruzzesi proprio durante la produzione di un servizio del magazine stesso, una tela, quella dell’artista in cui è racchiusa l’essenza della natura come forza portatrice di bellezza e rinascita.
This is [not] the End è un percorso che segue l’intento portato avanti da IRAE nell’ultimo anno e che va sempre più verso uno spirito di rinascita; perché, se è vero che il sonno della ragione genera mostri, allora è proprio la strada inversa quella che vogliamo percorrere: incuriosire, far accrescere la consapevolezza attraverso lo storytelling, ispirare nuovi modi di pensare, usare la bellezza come mezzo di cambiamento attraverso l’arte.
Data: inizio 22 marzo 2023 fine 16 aprile 2023
Luogo: Ambasciata d’Italia a Berna - Elfenstrasse 10
Friday, March 17, 2023
L’arte della moda L’età dei sogni e delle rivoluzioni. 1789-1968
Forlì - 8 marzo 2023. Tintoretto, William Hamilton, George Romney, Francesco Hayez, Silvestro Lega, Telemaco Signorini, James Tissot, Giovanni Boldini, Vittorio Corcos, Henry Matisse, Josef Hoffmann, Giacomo Balla, Piet Mondrian, Umberto Boccioni, Giorgio de Chirico, Damien Hirst insieme con Charles Frederick Worth, Ventura, Mariano Fortuny, Paul Poiret, Salvatore Ferragamo, Coco Chanel, Germana Marucelli, Valentino Garavani e Pierpaolo Piccioli, Giorgio Armani, Christian Dior di John Galliano, Gucci, Prada, Tom Ford, Cristobal Balenciaga, Yohij Yamamoto: sono soltanto alcuni dei 100 artisti e dei 50 stilisti e couturier protagonisti di L’arte della moda. L’età dei sogni e delle rivoluzioni, 1789 – 1968, la mostra ha luogo negli spazi del Museo Civico San Domenico, dal 18 marzo al 2 luglio 2023.
Diretta da Gianfranco Brunelli e curata da Cristina Acidini, Enrico Colle, Fabiana Giacomotti e Fernando Mazzocca, l’esposizione è dedicata all’affascinante rapporto fra arte e moda.
Il periodo preso in considerazione attraversa tre secoli: dall’Ancien Régime al secondo Novecento.
Un racconto unico. Un percorso espositivo di confronti che comprende oltre 300 opere, tra quadri, sculture, accessori, abiti d’epoca e contemporanei. L’esposizione forlivese, la prima del suo genere, somiglia a un vero e proprio kolossal.
Le opere, che a partire dal Settecento attraversano la Rivoluzione francese, il Romanticismo, la Macchia, l’Impressionismo, il Simbolismo e tutte le Avanguardie novecentesche fino a oggi, identificano un rapporto tra arte e moda dove l’arte rispecchia, crea e si fa moda e la moda appartiene definitivamente alle arti.
La moda dipinta, ritratta, scolpita, realizzata dai grandi artisti. L’abito che modella, nasconde, dissimula e promette il corpo. L’abito come segno di potere, di ricchezza, di riconoscimento, di protesta. Come cifra distintiva di uno stato sociale o identificativa di una generazione. La moda come opera e comportamento. L’arte come racconto e come sentimento del tempo
Tra le opere esposte Ritratto dell’avvocato Carlo Manna (1907) di Umberto Boccioni, Ritratto di Emiliana Concha de Ossa (1888) di Giovanni Boldini, Grande composizione A con nero, rosso, grigio giallo e blu (1919) di Piet Mondrian, Donna e anemoni (1920-1921) di Henry Matisse a cui fanno da contrappunto due completi ricamati di Giorgio Armani, il Panciotto di Marinetti (1923 – 1924) di Fortunato Depero, la Camicia Orlando (A/I 2001-02) di Gianfranco Ferré, il Delphos in seta con sopravveste in velluto (1920 circa) di Mariano Fortuny in dialogo con una Kore di tipo Eleusi della fine del II secolo, l’Abito da giorno “Linea Assira” (1961) di Germana Marucelli e un abito da sera inedito di Elsa Schiaparelli.
L’esposizione porta in Italia capolavori provenienti da importanti istituzioni museali internazionali quali, tra gli altri, il Musée d’Orsay di Parigi, la Galleria Belvedere di Vienna, il Musée d’Art et d’Histoire di Ginevra, la Klimt Foundation e il MAK- Museum of Applied Arts, di Vienna, la Galerie Neue Meister di Dresda, Le Domaine de Trianon | Château de Versailles, il Kunstmuseum de l’Aia, il Museum National di Cracovia, il Castello Reale di Varsavia.
Accanto ad essi i maggiori musei italiani: le Gallerie degli Uffizi di Firenze, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, la Pinacoteca Agnelli di Torino, il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, il Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la Pinacoteca di Brera di Milano, i Musei Civici di Mantova, l’Istituto per il Teatro e il Melodramma - Fondazione Giorgio Cini di Venezia, il Museo del Novecento di Milano, l’Accademia di Belle Arti di Brera, il Museo Poldi Pezzoli di Milano, le Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Roma, la Fondazione Magnani Rocca di Fontanellato, le Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, la Fondazione Cariverona, il Museo Palazzo Ricci di Macerata, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, i Musei Civici di Padova, la Galleria d’Arte Moderna di Roma, il Museo Revoltella di Trieste, la Galleria d’Arte Moderna Restivo di Palermo.
Prestigiosi anche i prestiti degli abiti e degli accessori provenienti da fondamentali case di moda come Giorgio Armani, Curiel, Prada, Christian Dior Couture, Archivio Storico Gucci, Maison Valentino, Lanvin, Max Mara; e da importanti istituzioni come Palazzo Morando | Costume Moda Immagine di Milano, Archivio Renato Balestra, il Museo Stibbert di Firenze, Centro di ricerca Gianfranco Ferré, il Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti di Firenze, Archivio Storico Galitzine, il Museo Ferragamo di Firenze, il Museo Boncompagni Ludovisi di Roma, il Museo del Costume - Castello di Donnafugata di Ragusa, il Museo dell’Aeronautica Caproni di Trento, il Museo Mariano Fortuny y Madrazo e il Museo Correr di Venezia, la Fondazione Archivio Capogrossi di Roma, l’Archivio Germana Marucelli di Milano, gli Archivi Mazzini di Massa Lombarda, Fortuny di Venezia, la Collezione Tirelli Trappetti di Roma e la Collezione Massimo Cantini Parrini. Importanti anche i prestiti da collezioni private fra cui quella di Alberto Tagliabue e Giovanna Frossi.
Fra’ Galgario_Gentiluomo col tricorno |
Boisfremont de Boulanger Ritratto della Contessa Emilia Sommariva Seillère |
James Tissot Le bal |
Romaine Brooks Le Printemps |
Bucci Rosa Rodrigo |
Giorgio De Chirico Autunno |
Matisse Femme et anénomes |
Lavery J Signora in rosa. |
G.Boldini Ritratto di Emiliana Concha de Ossa Il pastello bianco. |
Monday, March 13, 2023
Live painting FRANCESCO TRICARICO
Francesco Tricarico, artista visivo, cantante, cantautore e musicista italiano, dal 14 al 29 marzo 2023 sarà ospite di Fabbrica Eos Gallery a Milano (Viale Pasubio, ang. Via Bonnet).
L’artista dipingerà , infatti, dal vivo alcune opere che saranno incluse nell’esposizione personale "Don’t stop the paint", che a fine marzo riaprirà ufficialmente la sede storica della Galleria in Piazzale Baiamonti 2.
A differenza di quanto si possa supporre dalla sua lunga e importante carriera nella musica, la pittura è stata la prima forma di espressione artistica per Tricarico. Un’urgenza di pittura che si manifesta anche nel suo linguaggio e nel suo approccio, caratterizzato da continue sovrapposizioni di strati di segni e colore.
La live painting, propedeutica alla mostra (sede di Piazzale Baiamonti 2, dal 30 marzo al 29 aprile 2023), consentirà al pubblico di scoprire la pratica artistica di Tricarico dalla parete vetrata, ma anche di entrare in Galleria per conoscere l’artista e partecipare attivamente al processo.
«L’Arte immagina e crea il futuro, dichiara Francesco Tricarico.
E ora, oggi più che mai prima c’è bisogno di Arte».
Francesco
Tricarico è un cantautore italiano. Nel settembre del 2000 esce il primo singolo "Io sono Francesco", che sale al primo posto nella classifica italiana dei singoli più venduti e viene premiato col Disco di Platino. Nel 2002 pubblica il suo primo album, ""Tricarico, a cui seguono altri album di successo tra cui "Giglio" (2008) - che contiene il brano "Vita Tranquilla" con cui al Festival di Sanremo 2008 ha vinto il premio della critica Mia Martini - "Il bosco delle fragole" (2009), "Invulnerabile" (2013), e "Da chi non te l’aspetti - prima parte" (2016). Ad aprile 2019 esce il singolo "Abbracciami fortissimo", che anticipa il nuovo album "Amore dillo senza ridere ma non troppo seriamente" (2021). Nel 2009 pubblica il suo primo libro, "Semplicemente ho dimenticato un elefante nel taschino", e nel 2019 "Palla persa. Una favola d’amore". Tricarico, nel corso della sua carriera, ha scritto brani per molti grandi artisti, tra cui Andriano Celentano, Zucchero, Gianni Morandi, Malika. Per la sua opera pittorica, collabora dal 2016 con la Galleria Fabbrica Eos di Giancarlo Pedrazzini.
Sunday, March 12, 2023
LA NEGAZIONE DELLA FORMA Arnaldo Pomodoro tra minimalismo e controcultura
Torna alla Fondazione Arnaldo Pomodoro Open Studio, il ciclo di mostre allestite nello studio del Maestro nate con lo scopo di riscoprire e approfondire temi e periodi particolari del percorso artistico di Arnaldo Pomodoro, esponendo opere, documenti e materiali d’archivio originali.
Da domenica 12 marzo fino al 28 maggio 2023 la mostra La negazione della forma. Arnaldo Pomodoro tra minimalismo e controcultura, a cura di Federico Giani, punta i riflettori sul quinquennio 1966-1970, una stagione di grande vivacità e interesse. Sono gli “anni americani” di Pomodoro – vissuti a cavallo tra l’Italia e gli Stati Uniti, con incarichi di insegnamento a Stanford e Berkeley – durante i quali l’artista sviluppa un’inedita sperimentazione formale, influenzata da fenomeni come il minimalismo, e partecipa da protagonista a iniziative di controcultura, che intendono cioè aprire nuovi spazi di pratica politica e culturale.
La mostra è suddivisa in sei sezioni, ciascuna delle quali indaga un aspetto specifico del lavoro o della vita di Pomodoro, e presenta circa quaranta opere – sculture, grafiche, multipli, disegni, modelli eprototipi – alcune delle quali riscoperte e restaurate per l’occasione, altre concesse in prestito da collezionisti privati e da istituzioni come Collezione Intesa Sanpaolo e Museo Magi ‘900 – Pieve di Cento (BO).
Il racconto del contesto e delle vicende che vedono protagonista il Maestro è affidato a una selezione di fotografie, filmati e materiali d’archivio e a un gruppo di opere di artisti americani – colleghi e studenti nei campus – con i quali Pomodoro stringe amicizia in quegli anni, come Harold Paris, Sue Bitney, William T. Wiley, Stephen Laub e Arlo Acton.
Uno dei temi fondanti della poetica di Arnaldo Pomodoro – all’origine dell’invenzione delle celebri Sfere– è la “negazione della forma”, cioè la ricerca della vitale contrapposizione tra pieno e vuoto. Tra il 1966 e il 1970 – confrontandosi con le posizioni estetiche e teoriche del minimalismo, consacrato proprio in quegli anni da una serie di mostre cruciali negli Stati Uniti – Pomodoro spinge il suo intervento sulla forma sferica a un grado di estrema sintesi formale e concettuale. Nasce così un gruppo di lavori che lui stesso definisce nei termini di “operazioni mentali”: i Rotanti, Forma X e Onda.
Nei Rotanti le superfici corrose e le trame segniche che caratterizzano le Sfere lasciano progressivamente il posto a tagli e perforazioni nette e regolari, frutto di una lavorazione che, pur restando manuale, sembra voler sondare le possibilità di un’estetica meccanica o industriale. Questo aspetto risulta ancora più evidente nella scelta dell’acciaio cromato di Forma X e Onda, materializzazioni delle “forme negative” ricavate dai Rotanti, vuoti che diventano positività concrete e reali.
In questi anni la sperimentazione sul rapporto tra pieni e vuoti, tra opposti e complementari, interessa tutti gli ambiti di attività dell’artista. Sono veri e propri “esperimenti sul metodo”, rappresentati in mostra da una serie di litografie su carte riflettenti e con gamme cromatiche contrastanti, a metà strada tra il Pop e l’Optical, da un libro d’artista realizzato a quattro mani col poeta Roberto Sanesi, nonché da multipli e gioielli, questi ultimi editati dalla GEM-Montebello e immortalati dagli scatti di Ugo Mulas.
Gli anni americani di Pomodoro, animati da un mix di stimoli artistici ed extra-artistici che hanno sollecitato e nutrito le sue ricerche, sono raccontati in mostra da una serie di materiali d’archivio e da opere di amici artisti che documentano la sua attività di appassionato docente a Stanford e Berkley e il suo ruolo di ponte tra Stati Uniti e Italia, manifestatosi in particolare nelle iniziative di controcultura organizzate e promosse da Pomodoro, come la rivista d'avanguardia Che fare, fondata e diretta assieme all’amico Francesco Leonetti, e il ciclo di mostre all’aperto Una scultura nella strada, che coinvolse artisti come Alexander Calder, Giuseppe Spagnulo, Gianfranco Pardi, Mauro Staccioli e Nicola Carrino.
La mostra si chiude su Shaping Negation – La forma negativa (1970), film sperimentale realizzato a sei manicon gli amici Ugo Mulas e Francesco Leonetti, un ritratto auto-ironico dell’artista, delle sue opere e del suo modus operandi, e per esteso anche dell’intero sistema dell’arte, una sintesi dei tratti salienti di ciò che aveva caratterizzato il suo lavoro e la sua vita nel quinquennio 1966-1970, tra sperimentazioni minimaliste e iniziative di controcultura.
dal 12 marzo al 28 maggio 2023
ogni domenica dalle 11.00 alle 19.00
Studio di Arnaldo Pomodoro
Ingresso dal cortile della Fondazione Arnaldo Pomodoro
Via Vigevano 9, Milano
Friday, March 10, 2023
L.A. RUNWAY FOR VERSACE COLLECTION F/W 2023-24
La sfilata Autunno-Inverno 2023/24 prevista originariamente per venerdì 10 marzo, presso il Pacific Design Center, nel quartiere di West Hollywood. è stata anticipata a giovedì 9 a causa delle previsioni del tempo sfavorevoli.
Apre la passerella Gigi Hadid in tailleur nero, look che riprende le proporzioni e le silhouette degli anni '90. Linee precise e affilate per i mini-dress, ma anche per abiti da sera e perfino per il denim. Drappeggi e fantasie floreali sono l' unica deviazione al rigore delle linee. Il nero torna protagonista accompagnato dal marrone bruciato e qualche sfumatura di rosa e arancio. Completano gli outfit guanti declinati in tutte le lunghezze e colori.
Versace |
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