L’esposizione viene a conclusione del progetto che ha visto Dessì nominato artist in residence per il 2020-2021 presso il Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo, SARAS, diretto da Gaetano Lettieri. Periodo che ha coinciso con la diffusione dell’epidemia da Covid-19 rendendo difficile qualsiasi sviluppo di attività. Si è giunti allora alla decisione di lasciare segni.
La mostra Gianni Dessì. TuttoPieno, dedicata a Marcello Barbanera scomparso lo scorso anno. Professore di Archeologia Greca e Romana, presidente del Polo Museale dell’Ateneo e direttore del Museo dell’Arte Classica, da subito aveva immaginato la possibilità di una mostra all'interno del museo, per mettere in relazione il suo patrimonio composto da oltre 1.200 gessi, tratti perlopiù, tra la fine dell'Ottocento e metà del Novecento, a calco da originali greci, con l’opera di un artista contemporaneo quale quello prescelto.
Una mostra che oltre alla eccezionale raccolta della quasi totalità dei gessi del Museo vedrà esposte circa 19 opere tra sculture e dipinti di Gianni Dessì, a testimoniare il suo percorso artistico dove i termini di scultura, pittura, installazione trovano un originale punto di incontro nella potenza dell’immagine, fulcro e sintesi di innumerevoli altri approdi fisici e mentali.
La mostra parte dalla Facoltà di Lettere e Filosofia e si snoda negli spazi della gipsoteca e nelle aree limitrofe, in un’aula per la didattica, nei vani scale sino a occupare il soffitto del quinto piano dell’edificio di Lettere e si concentra particolarmente su quegli esiti che hanno visto la materializzazione di ‘figure’ a fare ‘spazio’.
Ciclo, questo, che fa seguito a quello delle camerae pictae (spazi dove a un solo colore, il giallo o talvolta il rosso, veniva dato il compito di abitarlo e ridefinirlo, mettendo fuori chi guarda, a trovare, come nell’anamorfosi, il punto di vista.
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