Friday, July 28, 2023
Thursday, July 27, 2023
ETOSHA WILD PARTY
Venerdì 28 luglio 2023, alle ore 19.30, l’Art Forum Würth Capena presenta Etosha Wild Party, una serata all’insegna della natura selvaggia, con aperitivo e djset del dj Domino.
Evento collaterale della mostra NAMIBIA. Arte di una giovane generazione nella Collezione Würth, in corso nello spazio espositivo fino al 14 ottobre 2023, l’appuntamento intende ricreare nel giardino antistante l’Art Forum Würth le atmosfere e le suggestioni dell’Etosha National Park, una delle più importanti attrazioni della Namibia, popolato da elefanti, rinoceronti, zebre, giraffe, struzzi, antilopi, leoni e ghepardi.
Durante la serata sarà possibile visitare la mostra NAMIBIA. Arte di una giovane generazione nella Collezione Würth, un'indagine sull'arte della Namibia contemporanea, a cavallo del 1990, anno dell'indipendenza e spartiacque tangibile negli 80 lavori (tutti appartenenti alla collezione Würth) dei 33 artisti coinvolti. A metà strada tra la tradizione e l’esplorazione contemporanea, in mostra dialogano modalità espressive di artisti di età diverse che si confrontano su grandi temi come il paesaggio namibiano, la spiritualità, la vita rurale e le questioni di attualità politica e sociale, ma anche le tematiche che riguardano il passato, l'identità minacciata, le nuove problematiche post indipendenza, come il consumo eccessivo e la comunicazione.
Böhlke |
Courtney-Clarke |
Esbach |
Kiddo |
Remmert |
Sheehama |
Shikongeni |
Shivute |
Friday, July 14, 2023
Lucus di Yuval Avital
Sabato 15 luglio 2023 si inaugura alla Fondazione Biscozzi | Rimbaud di Lecce la mostra Lucus di Yuval Avital, a cura di Massimo Guastella, quinto appuntamento espositivo dell’istituzione fondata nel 2018 dai coniugi Luigi Biscozzi e Dominique Rimbaud con l’intento di promuovere l’arte moderna e contemporanea attraverso un programma di mostre che ha visto sin qui come protagonisti Angelo Savelli (L’artista del bianco, 2021), Salvatore Sava (L’altra scultura, 2022), Grazia Varisco (Sensibilità percettive, 2022-2023), Mirco Marchelli (Voci in capitolo, 2022-2023).
Yuval Avital, nato a Gerusalemme nel 1977, vive a Milano e in Salento, è un artista multimediale e compositore. Da sempre sviluppa le sue opere in una varietà di spazi, tra luoghi pubblici, siti archeologici industriali, teatri e musei, sfidando le tradizionali categorie cristallizzate che separano le arti.
Nelle sue mostre, performance, installazioni immersive, opere totali, “riti” sonori su larga scala e concerti, si possono trovare danzatori, ensemble di musica contemporanea, maestri di culture e tradizioni antiche, multi-proiezioni video, ambienti tattili meditativi, strumenti tecnologici avanzati, materiali d’archivio, sculture sonore, oggetti, pittura e opere stampate, collaborazioni con persone, comunità, istituti scientifici.
Per la Fondazione Biscozzi | Rimbaud Yuval Avital ha ideato e realizzato un progetto site-specific ispirato al bosco sacro, il lucus appunto, caro agli antichi romani ma altrettanto considerato dalle arti.
L’artista, alla costante ricerca di tracce umane e recuperi rituali, affascinato dalle differenti identità dei luoghi, ha ideato un percorso espositivo che intende creare interrelazioni con la comunità e le sue radici culturali e naturali, rievocando le remote aree boschive ricoperte dalla macchia della penisola jonico-salentina.
Novanta le opere in mostra, alcune recenti e altre realizzate appositamente, tutte caratterizzate dalla versatilità nell’utilizzo dei linguaggi e dei mezzi espressivi, d’una creatività mai doma, a tratti inquieta, che unisce il fare artistico tradizionale alla multimedialità.
Wednesday, July 12, 2023
Omar Galliani. Diacronica. Il tempo sospeso
Il 13 luglio Palazzo Reale a Milano presenta una mostra monografica di Omar Galliani, maestro riconosciuto del disegno, che resterà aperta al pubblico ad ingresso gratuito fino al 24 settembre 2023.
L'esposizione Omar Galliani. Diacronica. Il tempo sospeso, a cura di Flavio Caroli e Vera Agosti, è promossa da Comune di Milano-Cultura e prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Archivio Omar Galliani.
Omar Galliani (Montecchio Emilia, Reggio Emilia, 1954) crede nell'eternità del disegno, che sopravvive al suo creatore e resiste nel tempo. Un "disegno infinitissimo", che diventa opera unica, assoluta, immensa, che dispone di un proprio tempo, dilatato come le sue dimensioni, che si fa religione e viene "recitato" quotidianamente come un mantra; un disegno che l'artista ha saputo reinventare e rinnovare.
Il titolo della mostra - Diacronica - è mutuato dalla linguistica e si riferisce allo studio delle lingue nel loro sviluppo storico. Il sottotitolo - Il tempo sospeso - allude alla resistenza del fare dell'artista, che in un mondo sempre più digitalizzato e smaterializzato, sostiene la bellezza della fisicità dell'opera d'arte.
Il percorso espositivo, sviluppato al piano nobile di Palazzo Reale, comprende oltre 100 opere, dalla fine degli anni Settanta ad oggi. Un excursus attraverso i lavori di Galliani presentati nelle Biennali di Venezia, Parigi, San Paolo, Praga, Tokyo, Pechino, nell'ambito di mostre museali, con l'aggiunta di una selezione di inediti, realizzati appositamente per l'esposizione milanese.
Oltre ai disegni, calati nel nero scintillante della grafite e veicolati nella dimensione intima della carta o nella monumentalità della tavola di pioppo incisa o graffiata, sono presenti in mostra anche alcune opere ad olio su tela che, nonostante la scelta radicale del disegno, l'artista ha dipinto negli anni Ottanta e, a seguire, ogni inverno, dando vita ad una sola grande opera pittorica all'anno, quando la neve cade sulla pianura padana.
A fare da guida, all'interno di un itinerario non cronologico, che consentirà tuttavia al visitatore di seguire il divenire delle opere nel tempo, saranno principalmente suggestioni tematiche ed emotive, che Flavio Caroli suddivide in "universi mondi", capaci di nutrire il pensiero e la fantasia dell'artista: Universo simbolico, Universo mitico, Universo psicologico, Universo erotico, Universo scientifico, Universo paesistico.
"La poetica di Galliani oggi - scrive Vera Agosti - prende ispirazione dalla storia dell'arte, dalla moda, dal cinema o dalla semplice quotidianità, grazie a immagini incontrate per caso, sulla strada, in aeroporti d'oriente e occidente. E ancora i viaggi intorno al mondo, in particolare in Asia, che contaminano il suo immaginario e a cui è dedicata una grande sala di Palazzo Reale".
L'immagine guida dell'esposizione è De rerum natura (2020), una grande tavola che trae il titolo dal poema di Tito Lucrezio Caro. L'opera raffigura una giovane donna e un colibrì, simbolo di congiunzione tra cielo e terra, tra mondo fisico e spirituale.
Tra le principali opere in mostra, Omar Roma Amor del 2012 - una testa femminile siamese, una spina dorsale bifida, un Colosseo speculare - e La Principessa Lyu Ji nel suo quindicesimo anno di età, esposta nella personale promossa dal Caffè Florian di Venezia nel 2014. Quest'ultima tavola si basa su un'antica leggenda di cui Galliani è venuto a conoscenza nella località di Xi'an. Della fanciulla restano rose e forbici, scarpette e coltelli, una sineddoche visiva della femminilità e della narrazione. In Cina l'artista ha esposto nei principali Musei del Paese, in dodici città, e il suo legame con l'Oriente unito all'influenza di quei luoghi e di quelle culture sul suo lavoro, sono ben presenti in mostra.
Si prosegue con un grande Mantra degli anni Novanta, giocato tra il mistero del nero della grafite e la sacralità della foglia d'oro incisa. A seguire, NGC/7419 del 2020-2021, lavoro particolarmente sentito, nato da un sogno ricorrente a seguito della perdita del figlio Massimiliano, anche lui artista. Un numero tornava costante nella mente: 7419; cercando in rete risultò essere un insieme di stelle nella costellazione di Cefeo, a forma di matita. Le stelle, di carbonio ed oro, splendono nell'opera a matita su tavola, silenti e liriche testimoni di quei misteri che non ci è dato sapere. Realizzata nei giorni del lockdown, invece, la grande installazione Baci rubati / Covid 19, composta da sessanta disegni di 50x50 centimetri. Sono i baci venuti a mancare nel periodo della chiusura forzata e del distanziamento sociale. Baci passionali e sensuali, come quelli cinematografici, immagini prese dal web rese delicate e oniriche dalla morbidezza del carboncino e dalla grafite cangiante in base alla rifrazione della luce. E proprio alla luce, il Maestro dedica il suo grande trittico Riflessi del 2022-2023, opera inedita nella sua interezza, che sancisce la sua relazione con il paesaggio. Infine Grande disegno italiano, un'opera monumentale a matita su tavola di pioppo (cm 500x630), esposta all'Archivio di Stato di Torino nel 2005, in dialogo con un piccolo Angelo annunciante di Leonardo (presente nello studio preparatorio per la Vergine delle Rocce), esposto alla Biblioteca Reale.
Con questa esposizione, Omar Galliani evidenzia i contatti con il passato, senza sottrarsi tuttavia al presente, con uno sguardo proiettato al futuro.