Dal 19 ottobre 2023 al 18 gennaio 2024
Mucciaccia Gallery presenta nella sua sede di Roma
With Love, la mostra più ampia e approfondita finora realizzata in Italia dell'acclamato artista britannico
Peter Blake, pittore, scultore, disegnatore e stampatore, spesso definito “il Padre della Pop-Art Britannica”, a più di quindici anni dalla sua partecipazione alla mostra Pop Art 1956–1968 che si è tenuta nel 2007 alle Scuderie del Quirinale.
La mostra, a cura di Jonathan Watkins – curatore, ex direttore della Ikon Gallery (Birmingham, UK), per la quale ha curato anche progetti al Castello di Rivoli di Torino, alla Biennale di Venezia e alla Tate di Londra – vuole ripercorrere la lunga carriera di Peter Blake, oggi novantunenne, con più di 160 opere esposte, tecniche miste, collage su carta e su legno, tele e sculture, datate dal 1956 al 2023.
Il titolo dell’esposizione, With Love. Peter Blake, pone l’accento sul profondo affetto dell’artista verso i soggetti umani, sia che appartengano al mondo del jet set che agli strati sociali più poveri, ai quali è legato per la propria storia familiare.
Peter Blake (1932) è nato a Dartford, nel Kent; nelle sue opere inizia presto ad utilizzare immagini tratte dalla pubblicità , dall'intrattenimento, dalle music hall, per trarne dei collage. Tra i più noti lavori sono le copertine di album musicali, come ad esempio quella di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band (1967) dei Beatles, ideata con la moglie Jann Haworth, in occasione della quale l’artista ha allestito un vero e proprio set fotografico con sagome di persone a grandezza naturale da cui è stata poi tratta una fotografia.
Ad accogliere il visitatore in Galleria è proprio un’opera nella quale campeggia una grande foto dei Beatles, lo schermo pieghevole LOVE (2010-15), un collage scultoreo che evoca con forza il pop e il glamour del dopoguerra.
In diverse opere di Blake ricorre la parola LOVE, spesso composta su legno con materiali di recupero. Sono assemblaggi che sembrano evocare al famoso brano dei Beatles "All you Need is Love” e che, in qualche modo, si inseriscono nel solco di un’altra serie di opere, ugualmente in mostra, quella dei Generals (2012), sculture che rappresentano dei soldati formati con palle da bowling al posto delle teste, spalle squadrate e corpi fatti grossolanamente di legno, con medaglie costituite da monete, tappi di bottiglia o distintivi. Nell’utilizzare materiali di recupero, ovvero decisamente non “da ufficiali”, Blake ci comunica quell’umorismo leggermente irriverente che caratterizza la sua intera produzione artistica, un umorismo molto inglese, che nasce nel solco della tradizione di Edward Lear e Lewis Carroll, ed è tipico dei nonsense.
Da associazioni di idee simili nascono i suoi collage, nei quali utilizza le immagini di Elvis Presley, Brigitte Bardot, Kim Novak e tanti altri personaggi. Tra questi ben quattro sono dedicati a Marilyn Monroe, di cui uno, molto intenso, è intitolato con il vero nome dell’attrice seguito dalle date di nascita e morte: Norma Jean Baker 1926 - 1962 (1988), ed è composto da una serie di fotografie in bianco e nero con le quali ripercorre per fotogrammi il corso della sua vita, pieno di sorrisi per la macchina fotografica, e li contrappone all’ultima, tragica, su fondo nero, che la ritrae ormai cadavere e coperta da un lenzuolo, mentre viene portata via su una barella d'ambulanza.
Una vasta serie di collage esposti in mostra sono i
Joseph Cornell's Holiday. Si tratta di piccole e poetiche opere su carta, realizzate a più riprese tra il 2017 e il 2019, nelle quali egli guarda alla storia umana e artistica di Joseph Cornell, il famoso collagista americano che non ha mai lasciato gli Stati Uniti, pur essendo affascinato dalla cultura europea.
In queste opere Blake immagina di fare amicizia con lui e di viaggiare insieme attraverso l'Europa; lo fa andare in barca a Copenaghen, pescare in Scozia, visitare un mercatino delle pulci a Parigi e rendere omaggio a Las Meninas di Velasquez al Prado di Madrid. In diverse opere è alla Farley Farm, la casa inglese degli artisti Roland Penrose e Lee Miller, che negli anni Cinquanta e Sessanta era una sorta di Mecca per amici artisti, tra cui Picasso, Man Ray, Henry Moore, Eileen Agar, Jean Dubuffet, Dorothea Tanning e Max Ernst. In questo modo offre all’artista americano avventure bohémien da lui mai vissute nella realtà e, ad esempio, gli fornisce occasione di riunirsi, anche se solo con la fantasia, con Marcel Duchamp, spesso anche nelle vesti del suo alter ego femminile, Rrose Selavy.
Concludono il percorso espositivo la selezione dei lavori più recenti, tra cui quelle sui Clown e sui Wrestler, soggetti molto popolari nella società operaia inglese - con i quali l’artista ci ricorda le proprie radici e la sua identificazione con le persone che vivono e lavorano ai margini – e gli acquerelli su carta Studies for ‘Party’ (2018), che raffigurano volti di bambini dietro una pioggia di coriandoli. Essi sono sorridenti, anche se a tratti malinconici, giovani e ingenui. L’anziano artista è attratto dalla loro giovinezza e ingenuità e si identifica con loro. Confida Blake al curatore Jonathan Watkins: "Forse questi dipinti parlano dell'invecchiamento e forse un po' della mia infanzia".
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I love You
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Blake-Joseph Cornell’s Holiday – England, Farley Farm
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Blake-Mary Lin Monroe Fabulous Texan MM, 2019jp |
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Blake-Late Period – Study for ‘Party’ 6, 2 j |
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Blake-Late Period – Study for ‘Party’ 5, 2018
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Blake-Norma Jean Baker, 1988
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Blake-Joseph Cornell’sHoliday – Italy, Rome. ‘Street jp |
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Paravento |