Friday, December 13, 2024

Nunzio anni ottanta dalla collezione Fabio Sargentini

 L' esposizione alla Galleria dello Scudo a Verona dal 14 dicembre 2024 al 29 marzo 2025 si concentra sul primo decennio del lavoro di Nunzio con una selezione di quindici opere degli anni ottanta dalla collezione di Fabio Sargentini. Da un lato lo scultore considerato tra i giovani più promettenti, dall’altro il gallerista che gli dedica tre personali, nel 1984, 1986 e 1988.

 

Prima mostra alla Galleria Spatia a Bolzano nel 1981 presentato da Gabriella Drudi; poi, a Roma, la collettiva alla Galleria La Salita di Gian Tomaso Liverani nel 1982, quindi la personale Undici sculture all’Attico di Fabio Sargentini nel gennaio 1984. Interprete di una ricerca sullo spazio aperta a contaminazioni con la pittura nelle immersioni tra grigi, neri, rossi e azzurri, Nunzio svela un’identità aperta a molteplici relazioni tra materiali e memoria.

Con la mostra di Nunzio, Sargentini riapre lo spazio espositivo in via del Paradiso 41, dopo la chiusura nel 1978. L’Attico, galleria entrata a pieno titolo nella storia delle avanguardie per le iniziative legate al mondo del concettuale e della performance, torna a riproporsi come punto di riferimento per tendenze più attuali, accogliendo esponenti di punta dell’ultima generazione di artisti.

 

Le opere documentano una fase creativa di grande fermento, apprezzata non solo in ambito nazionale: Ateliers nel 1984, a cura di Achille Bonito Oliva, con gli studi aperti degli artisti attivi nell’ex Pastificio Cerere nel quartiere San Lorenzo a Roma; le personali da Annina Nosei a New York nel 1985 e 1987; l’invito nel 1986 alla VI Biennale di Sydney e alla XLII Biennale di Venezia nella sezione Aperto ’86 dove vince il Premio 2000 come miglior giovane artista; la presenza in rassegne a Parigi, Chicago, Berlino, San Paolo del Brasile, Istanbul, solo per citarne alcune. Tutto ciò testimonia di un percorso espositivo che lo conferma, nell’arco del decennio, tra le personalità più originali nel panorama artistico italiano.

Verona, Galleria dello Scudo

14 dicembre 2024 - 29 marzo 2025







Thursday, December 12, 2024

LANTERN WITH NO WALLS

 

Fondazione In Between Art Film presenta la mostra collettiva Lantern With No Walls (Lanterna senza pareti), un evento espositivo concepito in risposta al suggestivo paesaggio delle Alpi Bernesi che circondano il villaggio di Gstaad in Svizzera.

 

Per la prima volta, la Fondazione presenta una selezione di opere della propria collezione, esclusivamente incentrata sulle numerose declinazioni delle immagini in movimento nel campo dell’arte contemporanea, includendo oltre 130 film d’artista, video installazioni e opere monocanali.

 

Attraverso la scelta di sei opere video di artisti internazionali come Saodat Ismailova (1981, Uzbekistan), Masbedo (Nicolò Massazza, 1973 e Iacopo Bedogni, 1970, Italia), Adrian Paci (1969, Albania), Thao Nguyen Phan (1987, Vietnam), Janis Rafa (1984, Grecia) e Daniel Steegmann Mangrané (1977, Spagna), la mostra offre uno spaccato significativo degli orientamenti che animano la collezione della Fondazione, nata dal desiderio della sua fondatrice e presidente Beatrice Bulgari di sostenere artisti, studiosi e istituzioni impegnati nell’esplorare le potenzialità espressive delle immagini in movimento e le intersezioni tra differenti discipline artistiche. Le sei opere sono poste in dialogo tra loro all’interno di una scenografia commissionata allo studio interdisciplinare 2050+, fondato da Ippolito Pestellini Laparelli.

 

Al centro della narrazione di ciascuna opera in mostra si trova l’idea o l’immagine di un paesaggio – sia esso un frammento di montagna, di campagna, di fiume o di foresta – abitato da forme di vita simboliche o mondane, umane e non, calate nel presente o emergenti dagli orizzonti della storia. In ciascuna opera il paesaggio, reale o immaginato, è attraversato dai protagonisti, esplorato, contemplato e trasceso, in una sequenza di scenari all’interno dei quali l’atto del camminare e quello di esistere nello spazio danno origine a metafore sul tempo, l’impatto umano sull’ambiente, il riverbero del passato sul presente e la vastità delle forme di vita.

 

Troviamo paesaggi reali che mutano in scenari esistenziali: dalle vastità rocciose dell’Uzbekistan nell’opera di Saodat Ismailova, alle distese ghiacciate dell’Islanda nel video di Masbedo, dalla strada montana in Albania della doppia video proiezione di Adrian Paci, alle sponde bagnate dal fiume Mekong nel film di Thao Nguyen Phan. In altre opere, la natura pare essere una costruzione umana, originata da una messa in scena come nel video di Janis Rafa o come prodotto della tecnologia, come nell’animazione generata al computer di Daniel Steegmann Mangrané.

 

Lantern With No Walls si configura come un “panorama di panorami”, un mosaico di paesaggi e scenari che sfumano l’uno nell’altro e che suggeriscono una continua osmosi tra passato e presente, umano e non umano, esistenza individuale ed esistenza collettiva. La forma simbolica della lanterna evoca la necessità di una fonte di luce che renda possibile attraversare il paesaggio, così come la vita, anche quando le nubi sembrano addensarsi all’orizzonte.

 

Dichiara Beatrice Bulgari, Fondatrice e Presidente di Fondazione In Between Art Film: “Questa nuova mostra della Fondazione riunisce opere di artisti che ammiro e che continuano a ispirarmi in un luogo che amo molto come Gstaad. La magnificenza di questo paesaggio e il silenzio e la contemplazione che esso induce in chi vi è immerso formano un contesto ideale per condividere con il pubblico opere della Collezione della Fondazione che affrontano temi importanti quasi sussurrandoli. Spero che la comunità locale e il pubblico internazionale apprezzino le visioni così intime e potenti degli artisti in mostra e l’esperienza che di queste opere abbiamo voluto orchestrare negli eleganti spazi di Tarmak22”.

 

Lantern With No Walls è un ulteriore tassello nel percorso di sperimentazione sulla relazione tra immagini in movimento e architettura che la Fondazione ha intrapreso con le mostre Penumbra (2022) e Nebula (fino al 24 novembre 2024), entrambe allestite al Complesso dell’Ospedaletto di Venezia. In ciascuno di questi casi si è voluto dare corpo alle immagini in movimento e offrire ai visitatori un’esperienza spaziale in cui suoni, immagini, materiali e interventi allestitivi concorrono a rendere percettiva e tridimensionale la visione delle opere.

 

Anche a Gstaad, quindi, lo studio interdisciplinare 2050+ è stato invitato a concepire la scenografia della mostra e a materializzare la suggestione del suo titolo nella forma di un’architettura temporanea. Attraverso l’uso di materiali semi-trasparenti e di strutture sospese che scandiscono la circolarità del pubblico tra i diversi ambienti, l’allestimento evoca l’immagine di una lanterna, uno spazio leggero e semi-luminoso, animato da ombre e suoni, vibrante di bagliori e di storie, all’interno del quale le molteplici eco delle opere formano un ambiente sonoro puntiforme e sospeso.

13 DICEMBRE 2024 – 26 GENNAIO 2025

TARMAK22, GSTAAD


 

Friday, November 29, 2024

CENACOLO D’ ARTISTA

 La Galleria d'Arte Sacra dei Contemporanei, con sede nella settecentesca Villa Clerici Milano, presenta, dal 1° dicembre 2024 al 2 marzo 2025, la mostra dossier Villa Clerici: un cenacolo di artisti a Milano, a cura di Luigi Codemo.


Con questo progetto, il percorso museale della GASC si arricchisce di una nuova sezione tematica, tesa a documentare, attraverso piccoli cammei - opere d'arte tratte dai depositi, brani di lettere inedite e fotografie storiche - le intense relazioni con gli artisti portate avanti dagli anni '50 agli anni '70. La collezione della Galleria d'Arte Sacra dei Contemporanei viene, infatti, fondata nel 1955, con l'obiettivo di favorire il confronto tra i linguaggi artistici del '900 e i temi dell'arte sacra.

In mostra, opere mai o raramente esposte prime: disegni preparatori per quadri, sculture e mosaici, così come bozzetti per portali e vetrate di cattedrali. Vengono inoltre esposte alcune grafiche con dedica, segno del clima di amicizia e collaborazione instaurato a Villa Clerici.

In particolare, le opere e i documenti si riferiscono ad artisti come Gino Severini, Giacomo Manzù, Primo Conti, Dina Bellotti, Franco Gentilini, Felice Casorati, Pericle Fazzini, Gianfilippo Usellini, Lello Scorzelli, Luigi Filocamo, Silvio Consadori, Aligi Sassu, Giorgio de Chirico.

Il promotore delle relazioni con gli artisti è stato il primo direttore della GASC, Dandolo Bellini, che a Villa Clerici ha costituito un cenacolo di artisti, un luogo dove avveniva un continuativo scambio di idee e progetti, al fine di trovare committenti, attivare collaborazioni, portare a compimento nuove opere d'arte.

«Villa Clerici costituisce la testimonianza di un laboratorio e della ricerca di nuove soluzioni artistiche. L'arte sacra, infatti, non nasce dalla reiterazione di modelli e stilemi del passato ma dall'incontro, anzi da uno scontro fecondo tra i vincoli di un credo religioso e la libertà creativa dell'artista», dichiara Luigi Codemo, curatore della mostra e direttore della GASC.

Milano- Ad oggi la raccolta museale conserva oltre 3mila opere, con dipinti, sculture, disegni, ceramiche, vetrate, gessi e mosaici di artisti come Libero Andreotti, Agostino Arrivabene, Kengiro Azuma, Angelo Biancini, Mosè Bianchi, Floriano Bodini, Corrado Cagli, Felice Carena, Felice Casorati, Aldo Carpi, Giancarlo e Giovanni Cerri, Davide Coltro, Silvio Consadori, Gerardo Dottori, Pericle Fazzini, Luigi Filocamo, Guido Lodigiani, Trento Longaretti, Max Mandel, Giacomo Manzù, Enrico Manfrini, Francesco Messina, Arrigo Minerbi, Vanni Rossi, Mario Rudelli, Ettore Scorzelli, Elvis Spadoni, Alberto Sughi, Gianfilippo Usellini, Valentino Vago, William Xerra, Giuseppe Zigaina e molti altri.

Le opere presenti in collezione presentano una grande varietà di tecniche e di stili, ma anche una diversa sensibilità verso i temi religiosi. Il percorso museale, infatti, evidenzia come nei 70 anni di vita dell'istituzione sia avvenuto un cambiamento nella percezione del termine "sacro".

«Se negli anni '50 per "arte sacra" si intendeva l'arte specificatamente cristiana - spiega il direttore Luigi Codemo - oggi le opere e il dialogo con gli artisti contemporanei fanno emergere in modo preponderante un'idea del sacro più soggettiva, che esprime il senso di un mistero, di una soglia che si affaccia su di una ulteriorità, su una trascendenza definibile in termini spirituali e antropologici più che confessionali».

Primo Conti -Il tucano con dedica a Dandolo Bellini,1970
serigrafia courtesy GASC
Kenjiro Azuma - Studio per scultura, 1978
matita su carta - courtesy GASC
Lello Scorzelli - Studio per vetrata
tecnica mista su_carta - courtesy GASC.
Dina Bellotti - Studio per la pesca miracolosa, 1971
pastello su carta - courtesy GASC
Giacomo Manzu - Crocifisso con donna, bambino e prelato
china su carta - courtesy GASC
Gianfilippo Usellini - Preti in fuga, 1960
china su carta - courtesy GASC
Gino Severini -La consegna delle chiavi a San Pietro bozzetto per la chiesa di St Pierre a Friburgo Svizzera, 1950 
tecnica mista su carta - courtesy GASC

Friday, November 8, 2024

TONY CRAGG INFINITE FORME E BELLISSIME

Roma - Dal 9 novembre 2024 al 4 maggio 2025 il Museo Nazionale Romano presenta alle Termedi Diocleziano Tony Cragg. Infinite forme e bellissime, a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Verger: una grande mostra personale dell’artista inglese, tra i più celebri esponenti della scultura contemporanea, noto per aver sperimentato fin dagli anni Settanta forme sorprendenti accanto a materiali e tecniche inedite Tony Cragg. Infinite forme e bellissime porta negli ambienti carichi di storia delle Terme di Diocleziano–con le sue Aule imponenti, coperte da volte amplissime–ben diciotto sculture, di medie e grandi dimensioni, realizzate negli ultimi due decenni in bronzo, legno, travertino, fibra di vetro e acciaio:forme seducenti, perturbanti, misteriose–che ora rinviano al mondo minerale e vegetale, ora alla geologia e alla biologia, evocando le onde del mare, le strutture geometriche di una pianta o di una conchiglia–che adesso entrano in dialogo con gli spazi archeologici del complesso monumentale. 
 La ricerca artistica di Tony Cragg è da sempre concentrata sulle infinite possibilità del disegno e della scultura, in un confronto inarrestabile con la natura, con i suoi processi creativi e le sue strutture evolutive. Infinite forme e bellissime, una frase topica di Charles Darwin, evoca l’inarrestabile entusiasmo dell’artista di fronte alla ricchezza delle architetture della vita, dal microcosmo al macrocosmo, da una parte, e alla meraviglia che suscita il pensiero stesso, mai pago di affondare nella conoscenza della realtà, nell’inesauribile ricchezza di forme e modelli, di strutture e processi generativi che il mondo naturale ci mette davanti agli occhi: una ricchezza cui corrisponde il fare dell’artista, in particolare quello dello scultore, che può ‘pensare’ e creare nuove forme senza porsi limiti nell’utilizzo di mezzi e materiali. Un fecondo scambio di intuizioni e immagini tra naturale e artificiale, tra modelli biomorfici e virtuali, che derivano dall’osservazione delle composizioni organiche e delle strutture cristalline dei minerali, fino a coinvolgere forme elaborate digitalmente e prodotti nati artificialmente in laboratorio:dall’archeologia alla geologia, dalla storia dell’arte alla biologia. Nel processo artistico,Tony Cragg preleva, crea, manipola e distorce continuamente la forma, per dar vita a sculture assolutamente sorprendenti che, muovendosi tra astrazione e figurazione, possono evocare paesaggi naturali quanto rappresentare corpi umani eoggetti quotidiani.
Le opere sono pensate come strutture complesse e dinamiche, che mettono alla prova limiti fisici e strutturali, cercando di risolvere il rapporto tra materia e tecnica, tra vuoto e pieno, tra instabilità ed equilibrio. Generate da una radice che, come una monade, le sostiene dal centro, si dipanano per generare tante diverse ramificazioni, senza tralasciare la presenza fisica, materiale, con le sue qualità espressive ed energie, imitando quello che la natura fa con le sue forme, in una direzione opposta al funzionalismo e utilitarismo–cui puntano l’industria e il design–così come al virtuale e alla realtà aumentata.













Friday, October 4, 2024

Essenzialmente Laura con 4 nuove fragranze nella nuova boutique a Santa Maria Maggiore

 Dopo la boutique di via dei Coronari e quella via di Campo Marzio, Laura Bosetti Tonatto inaugura una terza boutique a Roma dove si possono gustare le esperienze olfattive delle essenze da lei create.

Incastonata tra le mura di Santa Maria Maggiore , tra mistiche fragranze e sacre atmosfere, possiamo ammirare  la Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, situata sulla sommità del colle Esquilino, considerato il principale tempio mariano d’Occidente.

La costruzione della Basilica, secondo la tradizione, è avvenuta in seguito all’apparizione in sogno della stessa Madonna a Papa Liberio nel 358.

Il vincolo tra il profumo e la spiritualità ha radici molto antiche, la lettura della Bibbia conferma che l’olfatto è il più spirituale di tutti i sensi, l’unico che nutre l’anima e resta nella memoria rievocando momenti del passato o persone che abbiamo amato. Il profumo, secondo l’analisi di molti teologi, ha le caratteristiche dell’amore divino: è invisibile ma sempre presente, non si trattiene ma si espande, ne basta poco per riempire un ambiente.

Alla Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, Laura Bosetti Tonatto ha dedicato quattro nuove fragranze:

NIVES

La nota cristallina del bergamotto, quella fresca del muschio bianco e l’intensità dell’ambra

per rievocare con l’olfatto il Miracolo della Neve, avvenuto a Roma in piena estate nel 358,

e la storia della fondazione della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, chiamata

anche Basilica di Santa Maria ad Nives.

AURUM

Incenso e mirra, le note più antiche ed ancestrali, riportano ai tempi dei Re Magi per

raccontare il mistero della Natività, raffigurata nei mosaici dorati della Basilica Papale di

Santa Maria Maggiore. Intitolata la Betlemme dell’Occidente o Santa Maria ad Praesepem,

la Basilica custodisce la reliquia della Sacra Culla.

MATER

La rosa più preziosa e l’ambra più rara riunite in questo profumo per raccontare la

maternità divina ed esaltare la gloria della Theotokos, la Madre di Dio alla quale è dedicata

la Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, uno dei più antichi santuari mariani nel

mondo.

VITA

Camelie, gelsomini, gardenie; un giardino di fiori rari, di boccioli delicati abbinati alle intense tonalità 

dell’ambra e dell’incenso: un equilibrio che porta al Paradiso terrestre dei

mosaici medioevali della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore. Un racconto ricco di forme e colori, 

un’ispirazione eterna dell’armonia e della gioia di vita.

La Collezione di profumi Santa Maria Maggiore è realizzata con metodi artigianali che abbinano i segreti 

della profumeria francese a quelli della profumeria orientale.

Le fragranze della Collezione Santa Maria Maggiore sono declinate nei seguenti prodotti:

 Eau de parfum ml. 50

 Home fragrance ml.100

 Candela gr.150

 

LAURA BOSETTI TONATTO

Laura Bosetti Tonatto è un “Naso” professionista conosciuto in tutto il mondo. Dal 1986

crea profumi per le maggiori case cosmetiche. Da Ottobre 2006 entra a far parte dello staff

dell’Università degli Studi di Ferrara, Facoltà di Farmacia, per i corsi: “Profumi: Arte e

Produzione” e “Aromacologia”. È ideatrice del laboratorio “Naso e Parnaso” per lo studio

dell’uso di essenze e aromi dall’antichità ai giorni nostri.

Ha curato diverse mostre tra cui: “Caravaggio: un quadro, un profumo” per il Museo

Ermitage di San Pietroburgo. Per il Museo Nazionale d’Arte Orientale di Roma ha curato la

sezione olfattiva di “Aromatica: essenze, profumi e spezie tra Oriente e Occidente”,

ricreando l’Acqua Siriana (I secolo a.C.) e l’Acqua Admirabilis (1609) di Giovanni Maria

Farina, diventata in seguito la famosa Acqua di Colonia.

Uno dei riconoscimenti più prestigiosi per l’attività di Laura Bosetti Tonatto è stato

l’incarico di realizzare una collezione su misura per la Regina Elisabetta II.












BRIGITTA ROSSETTI. L'ultima eudaimonia

Musei Civici di Palazzo Farnese di Piacenza ospitano, dal 5 al 23 ottobre 2024L'ultima eudaimonia, mostra personale dell'artista Brigitta Rossetti, a cura di Alberto Maria Martini.
 
Organizzata da Piacenza Musei A.P.S., in collaborazione con Comune di PiacenzaMusei Civici di Palazzo Farnese e Galleria Giovanni Bonelli, con il patrocinio di Città di Bobbio e il supporto di Fondazione di Piacenza e Vigevano per l'allestimento, l'esposizione sarà inaugurata sabato 5 ottobre alle ore 11.00.

«Il progetto - scrive Alberto Mattia Martini - nasce da una riflessione profonda e viscerale sulle tematiche cruciali del nostro tempo, esplorando il rapporto tra arte e natura, mettendone in luce le conseguenze dei cambiamenti climatici, addentrandosi inoltre nel ruolo che l'uomo ricopre o dovrebbe avere in relazione a tali tematiche, in modo che si possa finalmente concretizzare "l'ultima eudaimonia": ossia una sintonia virtuosa, appunto tra natura, arte e umanità, per generare una sorta di felicità non solo del singolo, bensì un benessere comune in relazione all'ambiente sociale e naturale».

Attraverso una trentina di opere recenti, molte delle quali inedite, il pubblico viene invitato ad esplorare le interconnessioni che si creano tra il concetto di crisi ambientale, natura e arte. Dipinti ad acrilico e pigmenti naturali su tela di piccolo e grande formato, installazioni, opere audio e video offrono una panoramica del lavoro dell'artista, da sempre interessata a sfidare i limiti perimetrali della ricerca attraverso una libera contaminazione dei linguaggi.

Il percorso espositivo comprende opere appartenenti a diverse serie: dai Giardini Pensili, che si distinguono per l'uso innovativo di una speciale carta assorbente contro l'inquinamento, ai Feticci, ovvero oggetti raccolti in vari luoghi e momenti che si trasformano in opere d'arte esplorando tematiche più intime e personali, fino alle installazioni audio Ritual lunch e Song of Cicadas, che catturano i suoni autentici della natura, e alla video performance Amulets, che invita il pubblico a riflettere sul proprio "Io" in relazione alla natura.

La mostra è inoltre arricchita da un percorso in città e in provincia con alcuni ulteriori dipinti di grandi dimensioni esposti presso la sede di Banca Mediolanum (Corso Cavour, 9), la Chiesa di San Francesco (Piazza Cavalli, 68) e la Limonaia (Palazzo Ghizzoni Nasalli, Via Serafini) a Piacenza; presso il Castello Malaspina dal Verme (Strada del Torrino, 1/3) a Bobbio (PC) e Spazio Arte Gioele e Chi? (Via Dante Alighieri) a Castell'Arquato (PC).

«L'ultima eudaimonia - conclude il curatore - non è solo una mostra d'arte, ma un richiamo alla consapevolezza ed alla responsabilità. Attraverso le sue opere, Rossetti ci guida verso una comprensione più profonda della bellezza e della fragilità, sperando di suscitare in ognuno di noi un senso rinnovato di armonia e sostenibilità».

Dal 5 al 23 ottobre








Thursday, October 3, 2024

TAI SHANI Lavish Phantoms of the House of Dust

Gió Marconi  annuncia Lavish Phantoms of the House of Dust, la prima personale di Tai Shani in galleria.


Lavish Phantoms of the House of Dust Ã¨ un'installazione immersiva di Tai Shani. Questo nuovo corpo di opere comprende sculture, dipinti, disegni e animazioni che intrecciano storie gotiche, oggetti feticcio e forme di fantasmi. Il risultato è un ambiente visivo pieno di echi spettrali e tracce infestate che attraversano le linee del tempo, alla ricerca di un mondo al di là di questo velo mortale.


Dal 4 ottobre fino a dicembre.








Wednesday, October 2, 2024

ALICE VISENTIN Everyday Mistery

Gió Marconi presenta Everyday Mystery, la prima personale di Alice Visentin in galleria.
Attraverso dipinti, disegni, film analogici e wall paintings, Alice Visentin si confronta con la realtà come dimensione mutevole, esplorando la capacità generativa dell'immaginazione e la possibilità di accedere ad altri livelli di percezione ed esperienza attraverso una comprensione intuitiva delle cose. Nella sua prima presentazione personale presso Gió Marconi, Alice Visentin prosegue queste indagini con una selezione di lavori in divenire, pittorici e luminosi, tutte opere nuove create per la mostra Everyday Mystery.

 

Nel 2023, Visentin è stata Italian Fellow in Visual Arts all’American Academy di Roma. Recentemente è stata in residenza presso Gasworks a Londra, sostenuta dalla Fondazione Memmo. Visentin ha ricevuto una borsa di studio e di ricerca dall'Italian Council 13, concorso ideato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

4 ottobre - dicembre 2024









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