Monday, February 10, 2025

NYFW F/W 2025-26


Brandon Maxwell

Collina Strada


Prabal Gurung


Eckhaus Latta


Calvin Klein


Ulla Johnson


Sandy Liang
Monse

                                                    



Thursday, February 6, 2025

FONDAZIONE FURLA | Adelaide Cioni

 In occasione dell'edizione 2025 si rinnova la collaborazione fra Arte Fiera e Fondazione Furla per il programma di azioni dal vivo curato da Bruna Roccasalva, Direttrice artistica della Fondazione Furla. Sodalizio questo che conferma la volontà delle due istituzioni di lavorare in sinergia sul tema della performance, presente ad Arte Fiera fin dalle prime edizioni e divenuto un aspetto caratteristico della manifestazione bolognese.

 

Dopo gli interventi del collettivo israeliano Public Movement nel 2023 e dell’artista peruviana Daniela Ortiz nel 2024, protagonista della nuova edizione è l’artista Adelaide Cioni (Bologna,1976), invitata da Fondazione Furla a presentare una performance durante Arte Fiera 2025.

 

La ricerca dell'artista si muove all’interno di un campo di indagine che incrocia diverse forme espressive come la pittura, la musica, la danza e il teatro, ma ha il suo punto di partenza nel disegno.

Prendendo le mosse da una riflessione sull’origine del segno, l’artista esplora i pattern, ovvero il ricorrere di motivi decorativi astratti sia in natura che in manufatti artistici di tutte le epoche, rielaborandoli all’interno di una pratica che parte dal disegno ma diventa anche indagine sul colore e la forma, sul corpo e il linguaggio, sullo spazio e il movimento.

 

 

Adelaide Cioni (Bologna, 1976) ha studiato disegno a UCLA, Los Angeles, e si è diplomata in scultura all’Accademia di Belle Arti di Roma (2015). Conseguiti i master in storia contemporanea e in traduzione letteraria, per dieci anni ha tradotto letteratura americana prima di dedicarsi interamente alla pratica artistica. Ha partecipato a numerose mostre collettive ed esposto con mostre personali in gallerie e in istituzioni pubbliche, in Italia e all’estero. Tra i suoi lavori performativi più recenti Touch Song, Southwood Gardens, Piccadilly, Londra (2024); Song for a Square, a Circle, a Triangle, Mimosa House, Londra (2023) e Prayers to Jupiter, Fondazione Memmo/Gasworks, Londra (2022).


Bologna, 7-9 febbraio 2025







Tuesday, February 4, 2025

Like an aggressive river | Eva Papamargariti

Bologna, 4 febbraio 2025. Traditum Est e serra madre presentano Like an aggressive river a cura di Ruth Beraha e Marta Papini, una mostra che esplora le identità fluide e sfuggenti dell’epoca contemporanea attraverso l’installazione multicanale di Eva Papamargariti.

 

Like an aggressive river, parte di ART CITY Bologna 2025, il programma di mostre, eventi e iniziative promosso dal Comune di Bologna e BolognaFiere in occasione di Arte Fiera, si terrà negli spazi di serra madre, il neonato centro di produzione artistica e culturale di Kilowatt alle Serre dei Giardini (via Castiglione 134, Bologna), e sarà inaugurata venerdì 7 febbraio alle 17.00 alla presenza dell’artista e delle curatrici Ruth Beraha e Marta Papini.

 

La mostra, ad accesso libero e gratuito, sarà visitabile fino a domenica 9 febbraio nei seguenti orari: venerdì 7 febbraio dalle 15.00 alle 22.00, sabato 8 febbraio dalle 15.00 alle 24.00 e domenica 9 febbraio dalle 15.00 alle 22.00.

 

Il titolo dell'opera presentata al centro di serra madreAll that now flows through us, trae ispirazione da Le onde, uno dei testi più sperimentali di Virginia Woolf, portando al plurale una frase evocativa del libro.

L'installazione a cinque canali alterna frammenti di vita quotidiana ripresi dall'artista con il proprio cellulare, corpi 3D in metamorfosi, paesaggi naturali e artificiali che si confondono, creando un mondo di identità ibride in costante trasformazione. Le stesse immagini ricorrono nei video in momenti diversi, lasciando nel pubblico la sensazione di un déjà-vu, come se il sistema fosse affetto da un malfunzionamento.

 

L’opera di Eva Papamargariti dialoga con i temi del naturale e dell’artificiale, della memoria e della trasformazione, evocando un immaginario che ricorda le parole di Woolf: «Le mie radici scendono nelle profondità del mondo, attraverso la terra secca di mattoni e la terra umida, attraverso le vene di piombo e d'argento. Io sono tutta fibra. Tutti i tremori mi scuotono, e il peso della terra mi preme sulle costole. Quassù i miei occhi sono foglie verdi, non vedono.»

 

Eva Papamargariti vive tra Atene e Londra. Le sue opere sono state esposte in prestigiose istituzioni internazionali come il New Museum e il Whitney Museum (New York), la Tate Britain (Londra), il Museo MAAT (Lisbona), e il MoMA PS1 (New York). Nel 2023 è stata artista residente presso la LUMA Foundation di Arles e la residenza New Now di Zollverein. Nel 2024-25 partecipa al programma Onassis AiR Extended Research Residencies.

La sua ricerca si concentra sulla convergenza tra naturale e artificiale, corpo e tecnologia, spazi fisici e digitali, esplorando le dinamiche di trasformazione e interconnessione che caratterizzano il mondo contemporaneo.

 

Dal 7 al 9 febbraio 2025

serra madre

Via Castiglione 134, Bologna

 







 

Monday, February 3, 2025

Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo

 La dimensione ironica carica di potere immaginativo di Bruno Munari, l’irriverenza di Piero Manzoni, la vertigine del paradosso di Gino De Dominicis. L’ironia si intreccia con la sfera politica con Piero Gilardi e Michelangelo Pistoletto, la sfida agli stereotipi femminili di Tomaso Binga e Mirella Bentivoglio, la sperimentazione linguistica del nonsense di Adriano Spatola e Giulia Niccolai. Con Maurizio CattelanPaola Pivi e Francesco Vezzoli l’accostamento contraddittorio tra soggetti e situazioni sfrutta l’ironia per svelare le incongruenze del presente, mentre Chiara Fumai Italo Zuffi con le loro opere smascherano le regole non scritte del sistema dell’arte. E poi ancora il duo artistico Eva e Franco Mattes che, attingendo al linguaggio dei meme diffusi in modo massivo sul web, rivelano una forma umoristica che caratterizza oggi la rete.


Dal 6 febbraio al 7 settembre 2025, in occasione del 50esimo anniversario della fondazione della Galleria d’Arte Moderna di Bologna, il MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici Bologna presenta la grande mostra collettiva Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo, con la curatela di Lorenzo Balbi e Caterina Molteni. L’esposizione è sostenuta dal main sponsor Gruppo Hera e rientra nel programma istituzionale di ART CITY Bologna 2025 realizzato in occasione di Arte Fiera.

Pensata per gli spazi della Sala delle Ciminiere, con più di 100 opere e documenti d'archivio di oltre 70 artisti, l’esposizione attraversa un arco di tempo di circa settant’anni - dagli anni Cinquanta a oggi - proponendosi di ripercorrere la storia dell’arte italiana tramite il tema dell’ironia.

Già nel mondo antico, grazie a figure come Socrate e Platone, l’ironia è “l’arte di fare domande”: uno strumento del tutto unico, che permette all’essere umano di avere uno sguardo più lucido e disincantato sulla realtà, poiché in grado di svelarne anomalie e contraddizioni. Tramite giochi umoristiciparodie e battute di spirito l’ironia diventa anche antidoto, alternativa divertente e arguta per proteggere l’uomo da ciò che lo affligge.

Ironico di per sé, il titolo della mostra richiama infatti l'apparente semplicità del fenomeno svelandone al contempo l’intrinseca complessità. Una contraddizione che diventa gioco a tutti gli effetti e che invita il pubblico a interrogarsi sulla natura del linguaggio, sui luoghi comuni che lo accompagnano e, allo stesso tempo, sul modo in cui questi influenzano la nostra osservazione e interpretazione del mondo che ci circonda.

Si può ritenere che l’ironia sia una caratteristica distintiva del modo di fare e concepire l’arte e il gesto artistico in Italia? In che misura questa caratteristica è più o meno evidente negli artisti italiani rispetto ad altri contesti artistici?

Artiste e artisti italiani di più generazioni hanno condiviso una strategia estetica ed esistenziale anti-tragica che abbraccia lo “scherzo cosmico” della realtà.
Questo contesto critico e immaginativo è raccontato in mostra dallo sviluppo di macro-aree tematiche, utili nell’illustrare le diverse declinazioni dell’ironia e la trans-storicità del fenomeno: il paradosso, il suo legame con il gioco, l’ironia come arma femminista di critica al patriarcato e all’ordine sociale italiano, la sua relazione con la mobilitazione politica, l’ironia come forma di critica istituzionale, come pratica di nonsense e infine come dark humor.

L'exhibition design della mostra è a cura di Filippo Bisagni che si è ispirato al progetto di ristrutturazione dell’ex Forno del Pane, luogo designato per ospitare il MAMbo, dell'architetto milanese Aldo Rossi, il quale venne poi modificato dopo la sua morte essendo ritenuto dall’allora direzione non funzionale nella sua suddivisione tra spazi espositivi, aree di servizio e uffici. L’idea di base per l’allestimento della mostra Facile ironia si struttura quindi a partire dall’evocazione di un elemento architettonico andato perduto e al conseguente effetto di spaesamento che susciterà nel pubblico.

La mostra è aperta martedì e mercoledì dalle ore 14.00 alle 19.00, giovedì dalle ore 14.00 alle 20.00, venerdì, sabato, domenica e festivi dalle ore 10.00 alle 19.00.
Dal 6 al 9 febbraio 2025, durante ART CITY Bologna, sono previste aperture speciali con orari estesi.

Piero Golia - On the edge (Sulla cresta dell’onda), 2000
 Foto con cornice / Framed Photo 37 x 52 x 1,5 cm Courtesy l’artist

Aldo Mondino - Varazze, 1964
 Tecnica mista su masonite / Tecnique on masonite 180 x 140 cm
 Courtesy Archivio Aldo Mondino SIAE 2025 

Lucia Marcucci - Come ama - come lavora, 1972
 Collage su cartoncino / Collage on cardboard 70 x 50 cm
 Courtesy Frittelli arte contemporanea, Firenze SIAE 2025

Giuseppe Chiari - L’arte è finita smettiamo tutti insieme, 1974
manifesto a stampa / printed poster 100 x 70 cm
Courtesy Frittelli arte contemporanea, Firenz

Piero Gilardi -  Animazione “Renzi che salta”, 2015
Pupazzo, telone, cinque cappelli, poliuretano espanso, PVC / Puppet, cloth, five hats,
 polyurethane foam, PVC 70 x 90 x 140 cm
 Courtesy Fondazione Centro Studi Piero Gilardi Photo credit Leo Gilard

Chiara Fumai Annie Jones, Harry Houdini, Dope Head, Eusapia Palladino, Zalumma Agra, Dogaressa Querini Read Valerie Solanas, 2013

C-print 6 elementi / elements, 80 x 120 cm ciascuno (con cornice) / each (with frame) Veduta dell’allestimento di / Installation view of Poems I Will Never Release (2007–2017) Centre d’Art Contemporain Genève (28 novembre 2020 ‒ 28 febbraio 2021)
Courtesy Archivio Chiara Fumai Photo credit Mathilda Olmi 

Paola Pivi Have you seen me before?, 2008
Schiuma poliuretanica, piume, plastica, legno, acciaio / Polyurethane foam, feathers, plastic, wood, steel 108 x 200 x 100 cm
Courtesy Fondazione Sandretto Re Rebaudengo


Thursday, January 30, 2025

OGR Torino Performing Celebration

 Torino - Le OGR Torino si preparano a celebrare gli ultimi giorni di apertura delle installazioni artistiche Retinal Rivalry di Cyprien Gaillard e Cold As You Are di Rebecca MocciaDa venerdì 31 gennaio a domenica 2 febbraio, Performing Celebration, un programma speciale scandito da performance – con gli artisti Selin Davasse, Marta Cuscunà e Renato Grieco – e dj set – dalla leggenda Grant Marshall aka Daddy, alle dj Stefania Vos e Gigo8931 – visite guidate e laboratori aperti a tutti.

 

Durante il fine settimana il pubblico potrà visitare gratuitamente Retinal Rivalry di Cyprien Gaillard, a cura di Samuele Piazzaopera video realizzata con tecnologia 3D di ultima generazione – riprese a 120 fps proiettate in 4K – per un viaggio ipnotico e psichedelico attraverso architetture e paesaggi della Germania contemporanea, e Cold As You Are di Rebecca Moccia, a cura di Iacopo Prinettiinstallazione luminosa realizzata in occasione di Luci d’Artista che, combinando scene intime e pubbliche riprese con una termocamera, ridefinisce i confini tra tecnologia e umano per andare oltre il visibile. 

Per l’occasione la mostra Retinal Rivalry sarà aperta gratuitamente con un orario prolungatovenerdì ore 18.00-02.30, sabato e domenica ore 10.00-20.00.

OGR Torino | Corso Castelfidardo 22, Torino





www.ogrtorino.it

VALENTINO HAUTE COUTURE S/S 2025





 

Wednesday, January 29, 2025

VIKTOR&ROLF HAUTE COUTURE S/S 2025



 

PATRIZIO DI MASSIMO Amici, Nemici, Letti e Mariti (Friends, Foes, Beds and Beaus)

 Per Patrizio di Massimo la pittura – urgenza e ossessione - costituisce lo strumento analitico per eccellenza grazie al quale analizzare ed esplorare tutti gli stati emotivi e psicologici dell’esistenza umana. Pittore autodidatta e profondo conoscitore dei grandi maestri del passato, di Massimo fonde nella sua pratica iconografia classica e cultura visuale contemporanea, riesaminando passato e presente attraverso la propria sensibilità e il proprio sistema affettivo. La sua pittura si concentra su soggetti dalle sembianze di persone a lui care e spesso provenienti dal mondo dell’arte – come artisti, collezionisti o curatori -; questi gli permettono di identificarsi di volta in volta in ruoli e personaggi diversi, indagando la storia dell'arte e i temi contemporanei relativi all'identità, all’auto-determinazione, alla mascolinità.

 La mostra Amici, Nemici, Letti e Mariti (Friends, Foes, Beds and Beaus), prima personale negli spazi della galleria Gió Marconi, avviene in un momento specifico del percorso dell’artista ed è il risultato di un processo di lavoro durato un anno. Durante tale gestazione dilatata, di Massimo ha lavorato a più riprese ai lavori nel suo studio londinese, uno spazio capace di influenzare la pratica stessa e in cui praticare l’ascolto dei propri pensieri attraverso una compatta solitudine costellata da intuizioni introspettive.

Nel suo evolversi e trasformarsi, la sua pratica pittorica - metaforica, simbolista e apertamente lirica - ha mantenuto negli anni una coerenza di fondo che si esplicita qui ancora una volta attraverso una profonda consapevolezza emotiva, espressiva e concettuale che emerge dagli spazi esplorativi del ritratto e dell’autoritratto. L’urgenza dell’artista appare guidata dalle medesime istanze che ne hanno caratterizzato il percorso sin dagli esordi all’Accademia di Brera di Milano: l’ineluttabile necessità di interrogare se stesso e la propria identità, il mondo circostante e le relazioni che intessiamo. Costruendo una ricerca tanto artistica quanto spirituale, di Massimo ci offre un accesso alla propria vita mediata da un’essenza visionaria. In un processo che lo rende sempre più (ri)conoscibile all’osservatore e gli consente di sviluppare una messa a fuoco progressiva della propria immagine, l’artista si spoglia – per poi indossarle nuovamente a suo piacimento - delle convenzioni che guidano la vita di un corpo maschile all’interno della cornice del quadro. 

 

Le articolate composizioni dell’artista non sono mai il frutto di una pittura dal vero. Di Massimo infatti organizza degli shooting fotografici nei quali coordina nel dettaglio gli amici coinvolti al fine di realizzare l’immagine desiderata. Spesso sono necessarie numerose prove prima che l’artista ottenga il risultato voluto, in un momento profondamente performativo che può durare ore. La pratica di Patrizio di Massimo possiede dunque a pieno titolo una capacità profondamente performativa, implicita sia nella metodologia di realizzazione delle opere attraverso gli articolati passaggi che le caratterizzano, sia a priori, nei sentimenti e nelle urgenze che definiscono e guidano il suo lavoro alla scoperta di possibili vite, situazioni e incarnazioni. Prima di dipingere, l’artista modifica la foto digitalmente cambiando elementi, mescolando talvolta più foto diverse e alterando spesso le dimensioni dei volti, escamotage usato anche nella ritrattistica dell’antichità. Negli anni di Massimo ha messo a punto una tecnica a olio sempre più solida, preparando le tele attraverso un procedimento sviluppato con gesso non assorbente e utilizzando colori diversi, più caldi o più freddi in base all’overpainting applicato.

 

Amici, Nemici, Letti e Mariti (Friends, Foes, Beds and Beauscondensa tutti i temi più urgenti della pratica di Patrizio di Massimo – l’identità, la domesticità quotidiana, la mascolinità, l’introspezione umana in generale – e si sviluppa secondo cinque capitoli articolati attraverso stanze diverse, un’impostazione espositiva sperimentata in precedenza in occasione della mostra “Antologia”, presso la Pinacoteca di Jesi nel 2023 e applicata anche all’ambito editoriale nel suo ultimo libro “Patrizio di Massimo. Antologia / Anthology (2013–2023)” pubblicato da Quodlibet.

 

Amici, Nemici, Letti e Mariti (Friends, Foes, Beds and Beaus) racconta un percorso di maturazione e sperimentazione artistico e personale, restituendo il processo analitico e quotidiano compiuto dall’artista nel guardare se stesso e il mondo attraverso la propria pratica pittorica. Per Patrizio di Massimo l’arte dunque è strumento di accettazione, di comprensione, non medicina ma pratica medicativa per rimanere presenti a se stessi nello scorrere della vita. Ogni quadro offre sistemi di letture per indagare le emozioni, insiemi.


31 gennaio – 8 marzo 2025

GióMARCONI
Via Tadino, 15 - Milano












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