Monday, February 3, 2025

Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo

 La dimensione ironica carica di potere immaginativo di Bruno Munari, l’irriverenza di Piero Manzoni, la vertigine del paradosso di Gino De Dominicis. L’ironia si intreccia con la sfera politica con Piero Gilardi e Michelangelo Pistoletto, la sfida agli stereotipi femminili di Tomaso Binga e Mirella Bentivoglio, la sperimentazione linguistica del nonsense di Adriano Spatola e Giulia Niccolai. Con Maurizio CattelanPaola Pivi e Francesco Vezzoli l’accostamento contraddittorio tra soggetti e situazioni sfrutta l’ironia per svelare le incongruenze del presente, mentre Chiara Fumai Italo Zuffi con le loro opere smascherano le regole non scritte del sistema dell’arte. E poi ancora il duo artistico Eva e Franco Mattes che, attingendo al linguaggio dei meme diffusi in modo massivo sul web, rivelano una forma umoristica che caratterizza oggi la rete.


Dal 6 febbraio al 7 settembre 2025, in occasione del 50esimo anniversario della fondazione della Galleria d’Arte Moderna di Bologna, il MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici Bologna presenta la grande mostra collettiva Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo, con la curatela di Lorenzo Balbi e Caterina Molteni. L’esposizione è sostenuta dal main sponsor Gruppo Hera e rientra nel programma istituzionale di ART CITY Bologna 2025 realizzato in occasione di Arte Fiera.

Pensata per gli spazi della Sala delle Ciminiere, con più di 100 opere e documenti d'archivio di oltre 70 artisti, l’esposizione attraversa un arco di tempo di circa settant’anni - dagli anni Cinquanta a oggi - proponendosi di ripercorrere la storia dell’arte italiana tramite il tema dell’ironia.

Già nel mondo antico, grazie a figure come Socrate e Platone, l’ironia è “l’arte di fare domande”: uno strumento del tutto unico, che permette all’essere umano di avere uno sguardo più lucido e disincantato sulla realtà, poiché in grado di svelarne anomalie e contraddizioni. Tramite giochi umoristiciparodie e battute di spirito l’ironia diventa anche antidoto, alternativa divertente e arguta per proteggere l’uomo da ciò che lo affligge.

Ironico di per sé, il titolo della mostra richiama infatti l'apparente semplicità del fenomeno svelandone al contempo l’intrinseca complessità. Una contraddizione che diventa gioco a tutti gli effetti e che invita il pubblico a interrogarsi sulla natura del linguaggio, sui luoghi comuni che lo accompagnano e, allo stesso tempo, sul modo in cui questi influenzano la nostra osservazione e interpretazione del mondo che ci circonda.

Si può ritenere che l’ironia sia una caratteristica distintiva del modo di fare e concepire l’arte e il gesto artistico in Italia? In che misura questa caratteristica è più o meno evidente negli artisti italiani rispetto ad altri contesti artistici?

Artiste e artisti italiani di più generazioni hanno condiviso una strategia estetica ed esistenziale anti-tragica che abbraccia lo “scherzo cosmico” della realtà.
Questo contesto critico e immaginativo è raccontato in mostra dallo sviluppo di macro-aree tematiche, utili nell’illustrare le diverse declinazioni dell’ironia e la trans-storicità del fenomeno: il paradosso, il suo legame con il gioco, l’ironia come arma femminista di critica al patriarcato e all’ordine sociale italiano, la sua relazione con la mobilitazione politica, l’ironia come forma di critica istituzionale, come pratica di nonsense e infine come dark humor.

L'exhibition design della mostra è a cura di Filippo Bisagni che si è ispirato al progetto di ristrutturazione dell’ex Forno del Pane, luogo designato per ospitare il MAMbo, dell'architetto milanese Aldo Rossi, il quale venne poi modificato dopo la sua morte essendo ritenuto dall’allora direzione non funzionale nella sua suddivisione tra spazi espositivi, aree di servizio e uffici. L’idea di base per l’allestimento della mostra Facile ironia si struttura quindi a partire dall’evocazione di un elemento architettonico andato perduto e al conseguente effetto di spaesamento che susciterà nel pubblico.

La mostra è aperta martedì e mercoledì dalle ore 14.00 alle 19.00, giovedì dalle ore 14.00 alle 20.00, venerdì, sabato, domenica e festivi dalle ore 10.00 alle 19.00.
Dal 6 al 9 febbraio 2025, durante ART CITY Bologna, sono previste aperture speciali con orari estesi.

Piero Golia - On the edge (Sulla cresta dell’onda), 2000
 Foto con cornice / Framed Photo 37 x 52 x 1,5 cm Courtesy l’artist

Aldo Mondino - Varazze, 1964
 Tecnica mista su masonite / Tecnique on masonite 180 x 140 cm
 Courtesy Archivio Aldo Mondino SIAE 2025 

Lucia Marcucci - Come ama - come lavora, 1972
 Collage su cartoncino / Collage on cardboard 70 x 50 cm
 Courtesy Frittelli arte contemporanea, Firenze SIAE 2025

Giuseppe Chiari - L’arte è finita smettiamo tutti insieme, 1974
manifesto a stampa / printed poster 100 x 70 cm
Courtesy Frittelli arte contemporanea, Firenz

Piero Gilardi -  Animazione “Renzi che salta”, 2015
Pupazzo, telone, cinque cappelli, poliuretano espanso, PVC / Puppet, cloth, five hats,
 polyurethane foam, PVC 70 x 90 x 140 cm
 Courtesy Fondazione Centro Studi Piero Gilardi Photo credit Leo Gilard

Chiara Fumai Annie Jones, Harry Houdini, Dope Head, Eusapia Palladino, Zalumma Agra, Dogaressa Querini Read Valerie Solanas, 2013

C-print 6 elementi / elements, 80 x 120 cm ciascuno (con cornice) / each (with frame) Veduta dell’allestimento di / Installation view of Poems I Will Never Release (2007–2017) Centre d’Art Contemporain Genève (28 novembre 2020 ‒ 28 febbraio 2021)
Courtesy Archivio Chiara Fumai Photo credit Mathilda Olmi 

Paola Pivi Have you seen me before?, 2008
Schiuma poliuretanica, piume, plastica, legno, acciaio / Polyurethane foam, feathers, plastic, wood, steel 108 x 200 x 100 cm
Courtesy Fondazione Sandretto Re Rebaudengo


Thursday, January 30, 2025

OGR Torino Performing Celebration

 Torino - Le OGR Torino si preparano a celebrare gli ultimi giorni di apertura delle installazioni artistiche Retinal Rivalry di Cyprien Gaillard e Cold As You Are di Rebecca MocciaDa venerdì 31 gennaio a domenica 2 febbraio, Performing Celebration, un programma speciale scandito da performance – con gli artisti Selin Davasse, Marta Cuscunà e Renato Grieco – e dj set – dalla leggenda Grant Marshall aka Daddy, alle dj Stefania Vos e Gigo8931 – visite guidate e laboratori aperti a tutti.

 

Durante il fine settimana il pubblico potrà visitare gratuitamente Retinal Rivalry di Cyprien Gaillard, a cura di Samuele Piazzaopera video realizzata con tecnologia 3D di ultima generazione – riprese a 120 fps proiettate in 4K – per un viaggio ipnotico e psichedelico attraverso architetture e paesaggi della Germania contemporanea, e Cold As You Are di Rebecca Moccia, a cura di Iacopo Prinettiinstallazione luminosa realizzata in occasione di Luci d’Artista che, combinando scene intime e pubbliche riprese con una termocamera, ridefinisce i confini tra tecnologia e umano per andare oltre il visibile. 

Per l’occasione la mostra Retinal Rivalry sarà aperta gratuitamente con un orario prolungatovenerdì ore 18.00-02.30, sabato e domenica ore 10.00-20.00.

OGR Torino | Corso Castelfidardo 22, Torino





www.ogrtorino.it

Wednesday, January 29, 2025

PATRIZIO DI MASSIMO Amici, Nemici, Letti e Mariti (Friends, Foes, Beds and Beaus)

 Per Patrizio di Massimo la pittura – urgenza e ossessione - costituisce lo strumento analitico per eccellenza grazie al quale analizzare ed esplorare tutti gli stati emotivi e psicologici dell’esistenza umana. Pittore autodidatta e profondo conoscitore dei grandi maestri del passato, di Massimo fonde nella sua pratica iconografia classica e cultura visuale contemporanea, riesaminando passato e presente attraverso la propria sensibilità e il proprio sistema affettivo. La sua pittura si concentra su soggetti dalle sembianze di persone a lui care e spesso provenienti dal mondo dell’arte – come artisti, collezionisti o curatori -; questi gli permettono di identificarsi di volta in volta in ruoli e personaggi diversi, indagando la storia dell'arte e i temi contemporanei relativi all'identità, all’auto-determinazione, alla mascolinità.

 La mostra Amici, Nemici, Letti e Mariti (Friends, Foes, Beds and Beaus), prima personale negli spazi della galleria Gió Marconi, avviene in un momento specifico del percorso dell’artista ed è il risultato di un processo di lavoro durato un anno. Durante tale gestazione dilatata, di Massimo ha lavorato a più riprese ai lavori nel suo studio londinese, uno spazio capace di influenzare la pratica stessa e in cui praticare l’ascolto dei propri pensieri attraverso una compatta solitudine costellata da intuizioni introspettive.

Nel suo evolversi e trasformarsi, la sua pratica pittorica - metaforica, simbolista e apertamente lirica - ha mantenuto negli anni una coerenza di fondo che si esplicita qui ancora una volta attraverso una profonda consapevolezza emotiva, espressiva e concettuale che emerge dagli spazi esplorativi del ritratto e dell’autoritratto. L’urgenza dell’artista appare guidata dalle medesime istanze che ne hanno caratterizzato il percorso sin dagli esordi all’Accademia di Brera di Milano: l’ineluttabile necessità di interrogare se stesso e la propria identità, il mondo circostante e le relazioni che intessiamo. Costruendo una ricerca tanto artistica quanto spirituale, di Massimo ci offre un accesso alla propria vita mediata da un’essenza visionaria. In un processo che lo rende sempre più (ri)conoscibile all’osservatore e gli consente di sviluppare una messa a fuoco progressiva della propria immagine, l’artista si spoglia – per poi indossarle nuovamente a suo piacimento - delle convenzioni che guidano la vita di un corpo maschile all’interno della cornice del quadro. 

 

Le articolate composizioni dell’artista non sono mai il frutto di una pittura dal vero. Di Massimo infatti organizza degli shooting fotografici nei quali coordina nel dettaglio gli amici coinvolti al fine di realizzare l’immagine desiderata. Spesso sono necessarie numerose prove prima che l’artista ottenga il risultato voluto, in un momento profondamente performativo che può durare ore. La pratica di Patrizio di Massimo possiede dunque a pieno titolo una capacità profondamente performativa, implicita sia nella metodologia di realizzazione delle opere attraverso gli articolati passaggi che le caratterizzano, sia a priori, nei sentimenti e nelle urgenze che definiscono e guidano il suo lavoro alla scoperta di possibili vite, situazioni e incarnazioni. Prima di dipingere, l’artista modifica la foto digitalmente cambiando elementi, mescolando talvolta più foto diverse e alterando spesso le dimensioni dei volti, escamotage usato anche nella ritrattistica dell’antichità. Negli anni di Massimo ha messo a punto una tecnica a olio sempre più solida, preparando le tele attraverso un procedimento sviluppato con gesso non assorbente e utilizzando colori diversi, più caldi o più freddi in base all’overpainting applicato.

 

Amici, Nemici, Letti e Mariti (Friends, Foes, Beds and Beauscondensa tutti i temi più urgenti della pratica di Patrizio di Massimo – l’identità, la domesticità quotidiana, la mascolinità, l’introspezione umana in generale – e si sviluppa secondo cinque capitoli articolati attraverso stanze diverse, un’impostazione espositiva sperimentata in precedenza in occasione della mostra “Antologia”, presso la Pinacoteca di Jesi nel 2023 e applicata anche all’ambito editoriale nel suo ultimo libro “Patrizio di Massimo. Antologia / Anthology (2013–2023)” pubblicato da Quodlibet.

 

Amici, Nemici, Letti e Mariti (Friends, Foes, Beds and Beaus) racconta un percorso di maturazione e sperimentazione artistico e personale, restituendo il processo analitico e quotidiano compiuto dall’artista nel guardare se stesso e il mondo attraverso la propria pratica pittorica. Per Patrizio di Massimo l’arte dunque è strumento di accettazione, di comprensione, non medicina ma pratica medicativa per rimanere presenti a se stessi nello scorrere della vita. Ogni quadro offre sistemi di letture per indagare le emozioni, insiemi.


31 gennaio – 8 marzo 2025

GióMARCONI
Via Tadino, 15 - Milano












Friday, January 24, 2025

CAROL RAMA. Unique Multiples

 Dal 25 gennaio al 30 marzo 2025 il MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici Bologna presenta nella sede di Villa delle Rose la mostra CAROL RAMA. Unique Multiples, a cura di Elena Re, un progetto espositivo realizzato in collaborazione con Jacobacci & Partners nell’ambito del progetto Fuorisede, che rientra nel programma istituzionale di ART CITY Bologna 2025 realizzato in occasione di Arte Fiera.

 

Appositamente ideata e realizzata per gli spazi espositivi di Villa delle Rose, CAROL RAMA. Unique Multiples intende mettere in luce l’importante corpus di multipli prodotto da Carol Rama tra il 1993 e il 2005 con Franco Masoero Edizioni d’Arte - Torino e proveniente dalla Collezione Franco Masoero e Alexandra Wetzel. In questa esperienza intensissima, durata molti anni, esplorando il multiplo l’artista ha ripercorso tutti i grandi temi che compongono il suo mondo, e la mostra intende attraversare questi stessi territori. La vita e le passioni di Carol Rama entrano dunque in scena. Da una sala all’altra, personaggi, seduzioni, feticci, idilli, si alternano e ricostruiscono una storia. Al tempo stesso, queste figure sono frutto di una potente alchimia nata dall’incontro tra sapienza tecnica e dimensione poetica. Da questa opera incisa emerge infatti la grande complicità con l’editore-stampatore, che ha lasciato all’artista tutto lo spazio per un’espressività scatenata, priva di regole. E dunque, Unique Multiples - multipli unici. Multipli pensati dall’artista con la stessa intensità dei pezzi unici. Per questo motivo, un medesimo soggetto talvolta viene proposto in mostra anche con un intervento pittorico realizzato a mano sul foglio stampato, oppure viene accostato a un esemplare di prova, per essere colto nella singolarità di ogni sua declinazione. L’arte moltiplicata esce così da ogni schema e diventa testimonianza della infinita libertà di Carol Rama.

 

CAROL RAMA. Unique Multiples a Villa delle Rose è prodotta con il contributo di Jacobacci & Partners nell’ambito di Fuorisede, incubatore di progetti che l’azienda sostiene attraverso operazioni di mecenatismo culturale ispirate dalla sua corporate collection, creando un dialogo con istituzioni pubbliche e private.







Tuesday, January 21, 2025

BEFORE di Silvia Bächli

 Bologna-Dal 22 gennaio al 30 marzo 2025 il Museo Morandi del Settore Musei Civici Bologna, in collaborazione con Galleria Raffaella Cortese (Milano  - Albisola), ospita il progetto espositivo before di Silvia Bächli (Baden, 1956), artista svizzera di fama internazionale nota per il suo lavoro con il disegno e le sue esplorazioni della linea. La mostra rientra in ART CITY Bologna 2025il programma di mostre, eventi e iniziative promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.

L’esposizione si configura come un’interessante convergenza tra il linguaggio astratto e poetico di Bächli e le opere di Giorgio Morandi. Per l’occasione l’artista ha selezionato un nucleo di lavori dalla collezione permanente del museo che dialogano con una serie di sue opere inedite, create appositamente per l’esposizione. Questo approccio, che intreccia passato e presente, pone in risalto i punti di contatto tra i due artisti, soprattutto nella comune ricerca dell’essenziale e nella capacità di evocare profondità emotive attraverso la semplicità delle forme e dei gesti.

Il lavoro di Bächli, caratterizzato dall’uso di atmosfere minimaliste e dall’attenzione per il vuoto e il pieno, trova un’affinità naturale con la pratica di Morandi, noto per le sue nature morte sospese e meditative. La mostra promette di creare un confronto silenzioso ma intenso tra due poetiche artistiche distanti nel tempo, ma vicine nell’intento di indagare la realtà.

Il titolo before rimanda a una dimensione temporale e processuale condivisa da entrambi gli artisti. Morandi, con i suoi pigmenti grezzi e le tracce a matita sul tavolo, preparava meticolosamente i suoi "attori" - bottiglie e oggetti quotidiani - prima di fissare una composizione definitiva. Allo stesso modo, Bächli dedica un lungo periodo al "prima" del suo lavoro: sposta, osserva e ricompone i suoi elementi nello spazio, cercando il giusto equilibrio prima di finalizzare un’opera. Questa fase preliminare, apparentemente invisibile, è fondamentale per il processo creativo di entrambi.

Durante una visita a Casa Morandi Silvia Bächli ebbe l’impressione che il mondo di pigmenti sgargianti e colorati nello studio di Morandi fosse molto lontano da quanto aveva visto e ammirato nelle opere del pittore sui libri e nei musei di tutto il mondo. Tuttavia, uno sguardo più attento ai suoi dipinti le ha rivelato una tavolozza sorprendentemente ricca. Tra i toni pallidi vicini al bianco e al grigio, emergono dettagli vividi: un verde su un bordo, un ocra luminoso, persino un blu nascosto in un’ombra marrone. Questa scoperta ha influenzato la selezione dei campi di colore per la sua mostra e per le opere prodotte per questa occasione, in cui queste ultime riflettono il sottile equilibrio tra tonalità vibranti e neutre, evocando la stessa delicatezza cromatica che caratterizza le nature morte di Morandi.

Un ulteriore punto di connessione personale tra Bächli e Morandi è il confronto con l’età: quest’anno, nel 2025, Bächli avrà la stessa età che Morandi aveva nel 1959 quando dipinse molte delle sue nature morte, un parallelo che sottolinea l’intensità temporale e umana del loro incontro artistico.

22 gennaio - 30 marzo 2025
Museo Morandi
Via Don Giovanni Minzoni 14, Bologna 








Wednesday, January 15, 2025

Patrick Mimran Art Billboard Project

 Immaginatevi fermi al semaforo dell’attraversamento pedonale di Piazza XXV Aprile a Milano, tra la fine di Corso Como e Via Garibaldi, in un giorno qualsiasi, da oggi alla fine di gennaio. Sul grande ledwall che ospita a rotazione immagini pubblicitarie di grandi brand della moda e del design internazionale, compare all’improvviso, nera su fondo bianco, una frase: Art is still not where you think you’re going to find it (L’arte non è ancora dove pensi di trovarla).

 

Stai osservando uno dei passaggi da 15 secondi che, su quel cartellone pubblicitario digitale, compongono l’edizione milanese dell’Art Billboard Project dell’artista multimediale francese Patrick Mimran (Parigi, 1956). Fino al 31 gennaio 2025, infatti, ogni giorno dalle 7.00 alle 23.00 il ledwall ospiterà gli aforismi dell’artista 480 volte per un totale di 120 minuti giornalieri.

 

L’Art Billboard Project nasce più di vent’anni fa a New York quando il quartiere di Chelsea divenne l'epicentro del mondo dell'arte con l’apertura di molte importanti gallerie internazionali.

Patrick Mimran sceglie proprio questo contesto per cominciare a esprimere le sue opinioni sull'arte, affittando cartelloni pubblicitari nel cuore del quartiere – tra la 22 e la 23 strada - pensati per mettere in discussione le certezze di quel mondo.

 

L’Art Billboard Project offre all’artista l'opportunità di spiegare in modo semplice e diretto quali sono i suoi pensieri e prospettive riguardo l'Arte. Tutto il progetto è, di fatto, un'opera d'arte a sé che mette in luce prospettive in diretta opposizione o controverse riguardo allo stato degli artisti e del mondo dell'arte in generale.

 

Quasi subito il progetto si è allargato, arrivando in paesi come, tra gli altri, Giappone, Francia e Italia. Con questi cartelloni Mimran coinvolge le persone in conversazioni su argomenti a cui non sono abituate, in contesti urbani in cui non si aspettano di trovarle.

 

Per questa edizione italiana del progetto l’artista ha scelto Piazza XXV Aprile nel cuore della zona che maggiormente si è sviluppata negli ultimi anni e che desta più interesse a diversi livelli, commerciale, turistico, culturale. L’area della piazza, recentemente riqualificata, tra Corso Garibaldi, Corso Como, Piazza Gae Aulenti, è caratterizzata da un continuo brulicare di persone a tutte le ore, cui contribuisce anche la vicina Stazione Garibaldi: il grande ledwall di 90 metri quadrati, scelto per ospitare il suo progetto, è infatti visto ogni giorno da circa 180.000 persone.

 

“Questo nuovo progetto a Milano ha suscitato la mia curiosità perché era la prima volta che lavoravo con pannelli LED. – Dice Patrick Mimran – Grazie a questa tecnologia riesco a creare un ulteriore effetto sorpresa, incorporando i miei aforismi tra diversi messaggi pubblicitari. Il brusco cambiamento di argomento, infatti, è doppiamente intrigante perché da un lato, l'attenzione prestata agli spot Ã¨ aumentata dal cambio di soggetto, mentre la visualizzazione degli aforismi a intervalli regolari incoraggia lo spettatore a rimanere più a lungo per osservare quello successivo. Un approccio da cui traggono vantaggio sia l’inserzionista che l’artista, e che aggiunge valore a entrambi i messaggi.”

 

Nato a Parigi nel 1956, Patrick Mimran Ã¨ un artista pluridisciplinare. Dagli anni Ottanta ha realizzato opere e installazioni utilizzando quasi tutti i mezzi e i supporti possibili, spaziando dalla fotografia alla tecnologia, dalla musica alla multimedialità.


Ogni giorno il maxi ledwall che affaccia su uno dei principali snodi del centro storico di Milano

ospita gli aforismi dell’artista francese

16-31 gennaio

Piazza XXV Aprile-Milano











Monday, January 13, 2025

TRIBUTO A OLIVIERO TOSCANI

 Oliviero Toscani è morto oggi all'età di 82 anni, per l'aggravarsi delle sue condizioni, da un paio d'anni soffriva di amiloidosi. Fotografo dalle intuizioni geniali e dalla carica provocatoria. Arriva ad una notorietà mondiale attraverso foto choc, ma anche messaggi sociali dal linguaggio universale. Figlio di un reporter del Corriere della Sera, studia fotografia alla prestigiosissima Kunstewerkschule di Zurigo. Da subito lavora per le maggiori testate di moda internazionali. Collabora con Vogue e si distingue per il suo stile diretto e essenziale a metà tra la verità della foto di reportage e la finzione della fotografia di moda. Determinante la forza creativa delle sue campagne pubblicitarie, Nell'82 comincia il suo sodalizio con Luciano Benetton. Responsabile del cambiamento del marchio da Benetton a United Colors of Benetton, ha avuto in questa azienda totale libertà sulle immagini e sulla comunicazione dal forte impatto sociale. Dal razzismo all' aids, dal bacio tra un prete e una suora, dai volti dei condannati a morte al corpo di una donna consumata dall'anoressia, tutte le sue campagne hanno lasciato il segno. Sempre con Benetton, in una villa del '600 della campagna trevigiana, ristrutturata dall'architetto Tadao Ando, fonda Fabbrica, bottega d'arte, laboratorio in cui crescere nuovi talenti creativi.  I lavori di Toscani sono stati esposti in molte parti del mondo, A fine settembre è riuscito a visitare la sua mostra Photography and Provocation al Museum für Gestaltung, una delle ultime apparizioni pubbliche.



















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